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Secondo Di Maio, il taglio dei vitalizi agli ex-parlamentari ha marcato una “giornata storica.” Ma non è la prima volta.

Poche ore prima di festeggiare di fronte a Montecitorio con champagne e palloncini di pessimo gusto la “fine dei vitalizi” — ovvero la delibera approvata dall’ufficio di presidenza della Camera, che a partire da gennaio 2019 riconteggerà con il metodo contributivo i vitalizi degli ex parlamentari — Luigi Di Maio non aveva dubbi: è stata una “giornata storica,” attesa da 30 anni, o addirittura da 60.

Se avete una vaga sensazione di déjà vu è perché le “giornate storiche” secondo il ministro del Lavoro capitano piuttosto spesso: già il 27 giugno, quando cominciava l’iter per il taglio approvato ieri, era “un giorno storico, ma veramente storico.”

Già un anno fa Di Maio esortava a segnare “in rosso sul calendario” la giornata storica del 26 luglio, quando alla Camera veniva approvato per iniziativa del Pd il ddl Richetti (poi arenatosi al Senato), che prevedeva sostanzialmente la stessa cosa della delibera di Roberto Fico.

Ma non è solo il taglio dei vitalizi a fare la storia: il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo? Un “passo storico.” La conclusione dell’accordo con la Lega a fine maggio e la presentazione del nome di Conte a Mattarella? Un “momento storico” reso possibile dal “dato storico” ottenuto dal Movimento 5 Stelle alle elezioni. La possibilità di formare un governo era un’“occasione storica” che non si poteva perdere, anche a costo di trovare un compromesso con il Pd (!), per portare a termine un “cambiamento storico.”

Ovviamente è stato un “giorno storico” il 2 marzo, data dell’ultimo comizio della campagna elettorale, ma anche il 19 gennaio, quando è stato depositato il simbolo per le elezioni.

D’altra parte Di Maio è uno che le giornate storiche sa riconoscerle, grazie a parecchi anni di esperienza: possiamo tornare indietro nel tempo alla giornata storica del 4 marzo 2015, data di lancio del fondo per il microcredito promosso dal M5S, o a quella del 19 maggio, quando è stata approvata la legge contro gli ecoreati. Il primo giorno storico di cui siamo riusciti a trovare traccia — ma di sicuro ce ne sono stati altri — è datato 1 dicembre 2013, probabilmente in occasione del terzo V-Day a Genova.

Possiamo star certi che nei prossimi mesi della legislatura le giornate storiche continueranno a susseguirsi a un ritmo ancora più elevato, sotto i colpi implacabili del “governo del cambiamento”: la narrazione politica del Movimento 5 Stelle si regge da sempre sul mito di una battaglia “soli contro tutti,” una rivoluzione dai contorni mai chiari portata avanti a spese di avversari altrettanto mitologici (la casta, i privilegi, gli eurocrati). Una volta al governo, l’unico modo per non far crollare questo immaginario è spingerlo sempre più in là, ammantando di trionfalismo l’azione di governo, trasformando in rivoluzione, in “giornata storica,” letteralmente qualsiasi cosa.


Luigi Di Maio ascolta il Presidente Mattarella a Montecitorio, per i 60 anni dei Trattati di Roma. Una giornata storica. cc via Flickr

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