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A Milano, da qualche settimana, l’aria è irrespirabile. L’alta pressione atmosferica sulla pianura crea una cappa malsana e impedisce le precipitazioni, l’unica cosa in grado di lavare via alla svelta le cose che vi fanno tossire quando andate al lavoro in bicicletta. In particolare, il livello di sostanza inquinante più alto in questi giorni è quello del cosiddetto Pm10, le famose polveri sottili, spauracchio di qualunque assessore all’ambiente.

Le polveri sottili sono, per la maggior parte, uno dei prodotti di scarto di una combustione — anche quando fumate una sigaretta, nel vostro piccolo, inquinate. Per essere classificate come polveri sottili, queste particelle devono essere grandi al massimo 10 millesimi di millimetro.

Una delle prime fonti di produzione di queste polveri, come è noto, è il traffico automobilistico, ma non è affatto l’unica. Caldaie a gasolio, inceneritori, industrie, tutte concorrono a rendere l’aria più malsana.

Le polveri sottili sono pericolose anche perché in grado di penetrare in profondità all’interno dell’apparato respiratorio, raggiungendo le ultime piccole ramificazioni dei bronchi, fermandosi solo poco prima di insidiare gli alveoli — le parti dei polmoni in cui avviene il ricambio tra anidride carbonica e ossigeno. Una volta respirate possono provocare una lunga serie di disturbi più o meno spaventosi — dall’irritazione delle mucose fino a varie forme tumorali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel 2008 siano morti circa due milioni di persone per cause in qualche modo legate all’inquinamento da polveri sottili. Una celebre stima di quell’anno mostrava come a Milano, nel periodo 2006–2008, le morti legati alle polveri sottili fossero 906.

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“Questo, per i livelli d’inquinamento, è l’anno migliore dal 2000”, ha dichiarato a the Submarine l’assessore alla mobilità Marco Granelli. In effetti, le normative europee sono tra le più stringenti al mondo, soprattutto riguardo agli autoveicoli, e qualche risultato si sente.  Ogni amministrazione può poi affrontare la materia nel modo che ritiene più opportuno.

“Stiamo attuando il protocollo regionale, che prevede le misure emergenziali attivate in questi giorni: blocco permanente dei veicoli diesel euro 1 ed euro 2, e dalle 9 alle 17 blocco degli euro 3 e veicoli di scarico merci.”

I provvedimenti sono scattati a partire da questa domenica e verranno sospesi dopo almeno due giorni consecutivi di polveri sotto il livello di guardia.

Oltre al protocollo, il Comune sta elaborando un piano per combattere con maggior efficacia l’inquinamento in città.  “Da Febbraio scatteranno misure come il divieto dei mezzi euro 4 entro l’area C. Inoltre è prevista la creazione di una “low emission zone”: tramite un sistema di telecamere verranno monitorati e limitati gli ingressi diesel.” Ci si sta muovendo anche per il riscaldamento immobiliare, un altro dei padri ignobili delle polveri. L’obiettivo è rendere Milano una città a gasolio zero. “Negli ultimi tre anni abbiamo rimosso 40 impianti di riscaldamento a gasolio da 40 edifici pubblici.”

Inoltre, fondamentale per combattere l’inquinamento sono gli ulteriori investimenti nella mobilità — oltre al progetto M4, che l’amministrazione promette di concludere secondo i tempi previsti nel 2022, il sindaco Beppe Sala ha annunciato il 12 dicembre 2016 progetti ambiziosi per l’estensione delle linee metropolitane M1 e M5 verso le periferie e verso Monza.