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Scrivere un buon romanzo è difficile, scrivere una buona scena di sesso è quasi impossibile. Sarebbe facile dare la colpa solo ai tabù, o al bigottismo dei lettori, ma la verità è che, gira e rigira, le scene di sesso nei libri hanno spesso qualcosa di surreallistico, imbarazzante e, il più delle volte, deprimente. Non tutte, sia chiaro, ma la maggior parte.


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È anche semplicistico dare la colpa alla letteratura considerata “di serie B”, alcuni young adults o quei romanzi-deriva delle fan fictions — uno su tutti la ormai celeberrima saga di Cinquanta sfumature di grigio, raccoglitore di scene soft porno, a metà tra il capitolo del manuale di anatomia dedicato ai genitali e la sezione della “posta del cuore” di una rivista per adolescenti. E invece no, signori.

Di scene di sesso brutte, esilaranti, scontate, poco credibili e in generale tutto fuorché erotiche ce ne sono a bizzeffe anche nei romanzi di quegli scrittori criticamente affermati, vincitori di fior fior di premi letterari, in poche parole oggettivamente bravi.

Lo sa bene la Literary Review, che, dal 1993, ha indetto il Bad Sex in Fiction, un premio che sancisce la peggior scena di sesso in un romanzo ben accolto dalla critica.

Proprio ieri notte, all’In&Out (Naval and Military club) di Londra — perché gli inglesi sono proprio inglesi in tutto — si è tenuta la premiazione del ventitreesimo Bad Sex Award.

La serata — che deve essere stata abbastanza interessante, almeno da quello che lascia intendere l’account twitter della Literary Review — è culminata con l’assegnazione del primo posto al nostro connazionale Erri De Luca, che pare non averla presa troppo bene, non presentandosi alla premiazione e astenendosi da qualsiasi commento.

“Questo è soltanto un ulteriore riconoscimento alla già onorata carriera di De Luca,” spiega uno dei giudici “l’assegnazione mostra che, anche in caso di Brexit, il Bad Sex non conosce frontiere.”

La scena premiata è parte del romanzo Il giorno prima della felicità, pubblicato in Italia nel 2009 e tradotto da Jill Foulston per la Penguin quest’anno:

“Premette sui miei fianchi, un ordine che mi spingeva dentro. Entrai. Non solo il sesso, io entrai dentro di lei, nelle sue viscere, nel suo buio a occhi spalancati senza vedere niente. Tutto il corpo era sceso nel sesso. Entrai con la sua spinta e restai fermo. Mentre mi abituavo alla quiete, al battito del sangue tra le orecchie e il naso, mi spinse un poco fuori e poi di nuovo dentro. Lo fece e lo rifece, mi teneva con forza e mi spostava a ritmo di risacca. Agitò i seni sotto le mie mani, aumentò le spinte. Entravo fino all’inguine e uscivo quasi tutto, il mio corpo era un suo ingranaggio”

Tradotta in inglese è molto peggio, tuttavia, Erri, sappiamo tutti che hai fatto di meglio. Di seguito, i divertissement letterari degli altri finalisti, estratti da romanzi usciti quest’anno.

Ethan Canin, A Doubter’s Almanac  

L’atto in sé fu denso di passione. Era come partecipare a una partita di Tennis o una gara di atletica in piena estate, una lotta, in pieno giorno, tra due soli sfidanti. Le molle del letto cigolavano al nostro peso. Lei volle farlo più volte, e riusciva a uscirne sempre vittoriosa, senza esitazione. La sua benzina era il Bourbon. Tra uno step e l’altro, lui si alzava e andava al bancone a versarne un po’ in un bicchiere, mentre lei rimaneva ansante, sdraiata sul lenzuolo. Il sudore imperlava il suo corpo. Il collo sottile. Il petto sorprendentemente florido. Riempiva un altro bicchiere e tornava da lei.

Robert Seethaler, The Tobacconist

Lui chiuse gli occhi e si ascoltò mentre dal suo corpo scaturiva un gorgoglio. Nel momento in cui i suoi pantaloni scivolavano giù, lungo le sue gambe, si sentì liberato da tutto il peso che la vita gli aveva messo addosso; inclinò la testa all’indietro e si trovò faccia a faccia col buio, e, per un momento di pura beatitudine, gli sembrò di comprendere alla perfezione l’incommensurabile bellezza dell’universo. Pensò a quanto fosse bizzarra la vita, a quanto fosse bizzarro tutto quanto. Poi, poco prima di accasciarsi a sua volta, sentì Anezka lasciarsi scivolare sul pavimento. Sentì le mani di lei afferrare le sue natiche nude e trascinarlo a sé. “Andiamo, ragazzo” gli sussurrò nell’orecchio, e allora, con un sorriso, anche lui si lasciò andare.

Tom Connolly, Men Like Air  

Dilly trascinò Finn nel primo bagno libero, chiuse la porta a chiave e lo tirò per la cintura di pelle. “Sei bellissimo” gli disse, piegandosi sulle gambe e abbassandogli la cerniera. Dilly faceva oscillare le anche, a ritmo lento, e a ogni affondo il passaporto che teneva nella tasca posteriore dei jeans sporgeva sempre un po’ di più. Finn lo vide e riuscì, premendosi contro di lei, ad afferrarlo prima che cadesse sul pavimento sudicio. Nonostante le circostanze in cui era momentaneamente implicato, la sua stessa natura umana lo spinse a dare una sbirciata alla foto nella prima pagina.

Janet Ellis, The Butcher’s Hook

“Anne” disse, fermandosi e guardando verso di me. “Fino ad ora  ho sempre pensato che il suono più dolce che avessi mai udito fosse quello delle mucche che brucano l’erba. Ma questo è molto meglio”. Lui oscillò col bacino e ascoltammo per un momento quel leggero risucchio che scaturiva dall’esatto incastro dei nostri corpi. Poi mi mossi e trascinai via tutti quei pensieri di pascoli e mucche dalla sua testa.

Gayle Forman, Leave Me

Per tutta la notte, nonostante i suoi migliori sforzi, ricordò come fosse fare sesso con Jason: la sua inclinazione a baciare punti non baciabili, come un punto del braccio vicino al gomito, o la pianta dei piedi. Il fatto che fosse un amante meravigliosamente imprevedibile, che il momento prima le accarezzava i capelli, quello dopo le bloccava le mani dietro la schiena.


Alla luce di tutto ciò, tra flati vaginali, mucche, e questa incredibile voglia birichina di baciare una donna addirittura sulle braccia (sporcaccioni), le considerazioni non possono che essere due:

  1. Non è necessario inserire una scena di sesso in un romanzo. Se non ve la sentite, se vi sembra manchi qualcosa, se vi pare che ci sia qualcosa di troppo, se la fate leggere all’editor e costui o costei si mette a ridere, potete anche non scriverla.
  2. Erri, tutto sommato c’era di peggio (anche se tutto quell’agitare di seni, capirai anche tu, è piuttosto divertente).