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Quando si parla del catalogo Netflix si finisce sempre per discutere delle serie tv, ogni tanto dei documentari e occasionalmente dei film. Pochi ricordano che la piattaforma di streaming ospita anche un vasto e assortito repertorio di lungometraggi e serie d’animazione. Oltre alle produzioni originali di Netflix, la libreria digitale offre anche alcuni tra i migliori anime giapponesi di ieri e di oggi.

Ecco una lista delle dieci migliori serie d’animazione giapponesi che potete subito recuperare.

Mobile Suit Gundam (1979)

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Non si può stilare una lista di anime senza includere almeno una serie a base di mecha — per gli amici, “robottoni.” Mobile Suit Gundam è la prima serie del franchise dei Gundam, robot giganti dalle fattezze umanoidi che saranno protagonisti di decine di sequel, reboot, universi paralleli e quant’altro.

La prima stagione di questo anime è passata alla storia per aver dato una nuova prospettiva e profondità al genere, reso già popolare da Go Nagai e dal suo Mazinga Z, dando vita al sottogenere dei real robot: storie sempre fantascientifiche ma più realistiche e con una maggiore complessità di trama e di caratterizzazione dei personaggi.

Nonostante sia uscita più di trent’anni fa, Mobile Suit Gundam risulta godibilissima ancora oggi. La trama racconta della decisione del principato di Zeon, una colonia spaziale della Terra, di separarsi dalla Federazione Terrestre muovendole una guerra combattuta a colpi di 410025389c6253e5a4143495eb991204Gundam. Per chi cerca un ottimo mix di azione e intrighi fantapolitici ambientato in un possibile futuro prossimo.

Pokémon: Indigo League (1997)

Non c’è bisogno di presentazioni per quest’anime. Pokémon: Indigo League è il titolo con cui viene chiamata la prima serie animata di Pokémon, trasmessa in Giappone nel 1997 e arrivata in Italia nel 2000; sicuramente la più famosa e amata, che ha dato il via ad uno dei fenomeni della cultura pop più importanti degli ultimi anni. Se siete ancora in piena crisi nostalgica da Pokémon Go, questa è la serie perfetta per voi.

Per i fan più accaniti dei Mostri Tascabili, su Netflix sono presenti anche i primi 48 episodi di Pokémon XY, l’ultima serie in ordine cronologico, uscita nel 2013. Questa serie, oltre ad essere una delle più interessanti, gode anche di un ottimo livello di realizzazione, specialmente per essere un anime dedicato ad un pubblico molto giovane.

Death Note (2006)

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Tratto dall’omonimo manga scritto da Tsugumi Oba e disegnato da Takeshi Obata, Death Note è stata la serie-evento della prima decade degli anni Duemila. La storia racconta di Light Yagami, uno studente liceale dall’intelletto superiore alla media e stufo della corruzione dilagante della società contemporanea. La sua vita cambia quando trova un Death Note, un quaderno dotato di strani poteri: la persona il cui nome viene scritto sul quaderno muore dopo quaranta secondi. Grazie a questo strumento, Light inizia ad uccidere tutti coloro che non ritiene degni secondo la sua morale, ma sulle sue tracce si metterà ben presto Elle, il detective migliore del mondo.

Death Note unisce quindi elementi paranormali a quelli di un thriller, condito con personaggi interessanti e interrogativi etici su cosa sia davvero la giustizia.

Inoltre, nel 2017 dovrebbe uscire anche un film in live action prodotto proprio da Netflix. Che sia bello o brutto, meglio non perderselo.

Code Geass: Lelouch of the Rebellion (2006)

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Altra serie del 2006, Code Geass viene considerato da molti una sorta di erede spirituale di Death Note (il cui manga è uscito nel 2003), e sicuramente ne è debitore almeno in parte. La serie è ambientata in un futuro ucronico — una Terra in cui alcuni fatti storici hanno avuto esiti diversi rispetto a quelli che si sono verificati nella Storia reale — e vede come protagonista Lelouch, principe del Sacro Impero di Britannia. Egli acquisisce il Geass, una particolare abilità che gli permette di sottomettere al proprio volere chiunque lo guardi negli occhi. Grazie a questo potere, il giovane principe decide di ribellarsi al proprio impero e assumere l’identità di Zero, un eroe popolare deciso a ricostruire un nuovo mondo.

Benché, come è evidente, ci siano diversi punti in comune tra questa serie e Death Note, l’aspetto fantapolitico e fantascientifico (sì, anche in questo anime di sono dei robottoni) lo rendono originale ed interessante per una diversa fetta di pubblico.

Su Netflix è presente sia la prima che la seconda stagione, ognuna composta da venticinque episodi.

Gurren Lagann (2007)

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Ultimo anime dedicato ai mecha di questa lista, Gurren Lagann è una moderna incarnazione del genere.

Protagonisti della serie sono Simon e Kamina, due giovani abitanti del villaggio sotterraneo di Jiha. In questo futuro lontano, infatti, gli umani non abitano più la superficie terrestre, ma sono costretti a vivere in colonie nel sottosuolo. Il sogno dei due ragazzi di tornare sulla superficie inizierà a diventare realtà quando si imbatteranno in Yoko, una ragazza proveniente da un altro villaggio, e in Lagann, un robot di cui Simon possiede la chiave d’accensione.

Questa serie riprende tutte le tematiche tipiche e gli stereotipi del genere, ma li esaspera fino all’inverosimile per spingere alla riflessione su di esso.

Niente paura, non bisogna essere degli esperti per godere della visione di questa serie: a chi piacciono gli scontri tra robot sempre più grandi e spettacolari, Gurren Lagann entrerà subito nel cuore.

Toradora! (2008)

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Perfetto per chi cerca qualcosa di leggero e divertente, Toradora! è una serie comedy tratta da una collana di light novel (romanzi brevi molto popolari in Giappone) ambientata tra i banchi di un liceo giapponese. Il presupposto narrativo da cui parte tutta la vicenda è quello del classico equivoco amoroso: Ryuji Takasu, uno ragazzo dall’animo gentile ma che ha ereditato dal padre mafioso dei tratti somatici poco rassicuranti, scopre che Taiga Asaka, una ragazza carina nell’aspetto ma con un carattere molto aggressivo, è innamorata del suo migliore amico. Poiché però anche lui è innamorato della migliore amica di lei, i due decidono di formare una strampalata alleanza per aiutarsi a vicenda nel raggiungere i propri obiettivi.

Puella Magi Madoka Magica (2011)

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Un altro grande genere dell’animazione giapponese è quello delle maho shojo, letteralmente “ragazze magiche.” Nata nella seconda metà degli anni Sessanta ed esploso in popolarità nel 1992 con la pubblicazione di Sailor Moon, questa tipologia di anime vede come protagoniste una o più ragazze che, entrando in contatto con una creatura sovrannaturale, acquisiscono poteri magici per combattere il male.

All’apparenza, Madoka Magica sembra seguire alla lettera questa struttura: Madoka Kaname e Sayaka Miki, due studentesse delle medie, incontrano Kyubey, uno strano animale magico che propone loro di trasformarle in maghe con il compito di combattere le streghe e in cambio di esaudire un loro desiderio. Ma fin dalle primissime puntate si capisce che c’è qualcosa di diverso rispetto a un classico anime con le maghette: le atmosfere sono più cupe, i toni più oscuri e i temi diventano presto drammatici.

La serie risulta quindi essere una parodia grottesca del genere delle maho shojo, e ne ribalta stilemi e stereotipi per creare una riflessione etica sui temi trattati. Statene alla larga se cercate un anime tradizionale, ma da vedere se cercate un approccio più maturo al genere.

Steins; Gate (2011)

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Tratto da una visual novel — un videogioco simile a un racconto interattivo — Steins;Gate è una serie che riprende il caso di John Titor, un’identità virtuale che sosteneva di scrivere dal futuro all’inizio del Duemila, e ne ricava una geniale storia di viaggi nel tempo. I personaggi sopra le righe offrono dialoghi serrati che ad alcuni potrebbero risultare difficili da seguire, ma i momenti comici e i continui colpi di scena portano ad uno sviluppo della trama meno leggero e scontato rispetto alle premesse. Memorabile il protagonista Rintarō Okabe, scienziato pazzo in bilico tra il dilettantismo e la genialità. Non vi sveliamo altro della trama per non rovinare la sorpresa, ma sicuramente i fan più accaniti degli anime rimarranno soddisfatti.

Psycho-Pass (2012)

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Anno 2113. Grazie all’avanzamento tecnologico, è possibile eseguire sull’intera popolazione mondiale delle scansioni per monitorare il loro Coefficiente di Criminalità, ovvero la probabilità di commettere un reato; qualora questo Coefficiente dovesse superare una determinata soglia, la polizia è autorizzata ad agire per arrestare o, a volte, uccidere il sospettato.

È in questo sfondo che si muovono i due protagonisti, Akane Tsunemori, una nuova ispettrice di polizia, e Shinya Kogami, un ex ispettore diventato poi un Esecutore, ossia una persona dal Coefficiente di Criminalità più alto del consentito, ma al servizio della polizia.

La serie prende diversi spunti da alcuni dei più famosi blockbuster fantascientifici come Minority Report e Blade Runner, e cerca di rispondere agli stessi interrogativi morali sollevati da questi, unendo il tutto ad un cast di personaggi realistici e interessanti. Ideale per gli amanti dei futuri distopici.

L’attacco dei Giganti (2013)

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L’attacco dei Giganti (conosciuto anche come Attack on Titan o Shingeki no Kyojin) è uno dei manga più di successo degli ultimi anni, ma il successo internazionale è arrivato con l’uscita della prima — e, per ora, unica — stagione animata.

Ambientato in una sorta di Medioevo alternativo dal retrogusto steam punk, l’anime racconta di come l’umanità sia stata decimata e costretta a vivere all’interno di città protette da altissime mura a causa dell’arrivo di Giganti mangiauomini. Dopo un periodo di pace, i Giganti riprendono l’attacco distruggendo un insediamento umano e uccidendo gran parte della popolazione; Eren Jaeger, il protagonista della storia, perde così sua madre e decide di entrare a far parte dell’esercito per potersi vendicare, insieme a sua sorella Mikasa Ackermann e il suo migliore amico Armin Arelet.

Il successo de L’attacco dei Giganti è dovuto ad un mix di azione spettacolare, realizzazione tecnica di altissima qualità — sia a livello d’animazione che di sonoro — e una trama ben articolata, mai banale e piena di misteri.

In attesa dell’uscita della seconda stagione, prevista per la primavera del 2017, recuperate quest’opera in cui i personaggi principali sono meno al sicuro di quelli di Game of Thrones.