Unabomber: che cosa resta oggi di Ted Kaczynski
Di sicuro una bella serie tv su Netflix. Ma l’eredità del vecchio terrorista è più profonda e inquietante di quanto pensiamo.
Di sicuro una bella serie tv su Netflix. Ma l’eredità del vecchio terrorista è più profonda e inquietante di quanto pensiamo.
Dark non è mera finzione cinematografica, è qualcosa di più: è una corale rappresentazione dell’intima essenza dell’uomo, di ogni uomo.
Per quanto Stranger Things si rifaccia a opere più conosciute e popolari, la serietà con cui i suoi creatori hanno affrontato la seconda stagione non lascia dubbi sulla complessità narrativa dei suoi mostri.
Oggi esce su Sky Atlantic The Deuce: papponi, puttane, luci intermittenti da cinema di serie B, pioggia e marciapiedi neri come pece.
Benvenuti sulla USS Shenzhou.
Ciò che spinge a lasciar andare l’episodio successivo non è il senso di esaltazione, il “voglio sapere che diamine succederà,” no. È il senso di vuotezza e di miseria.
“Non è un gesto fatto per il glamour. Le persone a quell’epoca bevevano di più e in ogni occasione,” ha dichiarato il creatore della serie, Matthew Weiner.
Mentre le prime due stagioni si sono focalizzate sull’aspetto prettamente true crime di ciò che è vero e ciò che non lo è, il terzo capitolo della saga prende di petto l’era della post-verità.
Come per Breaking Bad, anche in Better Call Saul il processo di cambiamento e la catarsi positiva e negativa diventano lo sviluppo narrativo fondamentale della serie.