Alle Porte dell’Europa: reportage dalla Grecia
Una settimana nei centri d’accoglienza profughi ad Atene e Salonicco: la quotidianità dei volontari, le vite dei migranti, gli ingranaggi delle politiche d’accoglienza — sono storie di porte chiuse.
Una settimana nei centri d’accoglienza profughi ad Atene e Salonicco: la quotidianità dei volontari, le vite dei migranti, gli ingranaggi delle politiche d’accoglienza — sono storie di porte chiuse.
A 30 chilometri da Atene, nella periferia sud, è stato costruito nel 2001 il nuovo villaggio olimpico della capitale che oggi ospita circa 600 profughi.
Exarchia è un quartiere di Atene considerato zona franca per i centri sociali. Al suo interno vivono numerose realtà di assistenza ai profughi — una alternativa ai campi militari.
Prostituirsi per sopravvivere. Questo è quello che succede in Grecia, a poca distanza dall’Italia.
Il governo greco insieme a UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ospita famiglie vulnerabili di profughi in appartamenti liberi sparsi sul territorio.
Vittorio Fera è un ragazzo di trentatré anni cresciuto in Brianza. Oggi è volontario in Grecia per Speranza — Hope for Children. Francesco Esposito, di Tilt, lo ha raggiunto per assistere l’associazione.
Nur e Tareq sono una coppia di profughi siriani in attesa di ricollocamento. Vivono a Salonicco in un appartamento fornito dal governo greco.
Il campo di Vasilika si trova nell’entroterra, verso il confine con la Calcidica. Ospita circa 1000 profughi curdi e arabi, provenienti per la maggior parte dal campo di EKO station smantellato a giugno.
La vita quotidiana procede lenta nel campo profughi, tra corsi di cucito gestiti dai volontari e attività commerciali improvvisate. C’è chi sogna la Germania, e chi vorrebbe tornare in Siria.