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Grab dal video Matteo Salvini / via Facebook

I pm di Palermo hanno chiesto di condannare Matteo Salvini a 6 anni di carcere per aver impedito lo sbarco a Lampedusa della nave Open Arms quando era ministro dell’Interno del governo Conte I, effettivamente sequestrando il personale e i 147 naufraghi a bordo della nave. La procuratrice aggiunta Marzia Sabella ha spiegato: “È per ciascuna di queste persone che ci accingiamo a chiedere la condanna dell’imputato, oltre che per difendere i confini — ma i confini del diritto. Per questi motivi, chiediamo di condannare l’imputato alla pena di anni sei di reclusione, oltre alle pene accessorie.” Nel corso della discussione Sabella lo ha spiegato più di una volta: “I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini,” e la decisione di non concedere il porto sicuro ai migranti è parte di un “iter criminoso”: Sabella spiega: “Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare.” Per questo si sottolinea che “non è un processo politico, bensì basato sugli atti amministrativi.” Il pm Calogero Ferrara sottolinea che la responsabilità del blocco è interamente di Salvini: “Quando Salvini diventa ministro dell’Interno, le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos vengono spostate dal Dipartimento libertà civili e immigrazione all’ufficio di gabinetto del ministro — in particolare è il ministro a decidere. Questo è l’elemento chiave.” Ferrara aggiunge, sottolineando l’ovvio: “La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione. Che sia un migrante, un componente di un equipaggio, un passeggero.” “Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato. Poi, la giustizia farà il suo corso.”

Salvini, assente in aula, e le forze di governo hanno reagito come è possibile immaginare. In un video teatrale e grondante odio, Salvini sostiene che Open Arms avrebbe “intercettato” (sic) “un barcone con dei clandestini a bordo” — senza ovviamente menzionare quale sarebbe stato il loro destino se Open Arms non fosse stata lì — e aggiunge: “Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per avere difeso i confini del proprio Paese.” Meloni ha espresso la propria “totale solidarietà” al collega di coalizione che per qualche motivo ha voluto a tutti i costi tenere fuori dal Viminale: “È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini. Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo.” Anche secondo Tajani Salvini “ha fatto il suo dovere di ministro dell’Interno.” Non serve specificare la difesa di Salvini e nemmeno i commenti di Meloni e Tajani rispondano alle criticità specifiche sollevate dai pm — prima si salvano le persone in mare, poi viene tutto il resto. La segretaria Pd Schlein ha invece sottolineato che il commento di Meloni è stato “molto inopportuno”: “Pensiamo che il potere esecutivo e quello giudiziario siano separati e autonomi. È un principio che si chiama separazioni dei poteri.” “Il rispetto istituzionale imporrebbe di non commentare processi aperti. Stupisce che mentre oggi ha trovato il tempo di commentare il processo Salvini, da ieri non abbia ancora proferito una parola sul patteggiamento di Giovanni Toti.”

Sono arrivate dichiarazioni di sostegno a Salvini anche dall’estero. Marine Le Pen parla di “vere e proprie vessazioni legali volte a metterlo a tacere,” e si è scomodato per il caso anche Elon Musk: “È quel procuratore pazzo che dovrebbe fare 6 anni di prigione.” (X)


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Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.