grab via X @Refugees
Il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah ha superato la prova del primo giorno — anche se la situazione resta tesissima. Mercoledì il partito libanese ha annunciato la propria “vittoria” contro Israele, spiegando che nonostante i bombardamenti delle truppe israeliane il grupppo non ha mai “perso la propria determinazione.” Hezbollah ha vantato che in 417 giorni di conflitto con le forze israeliane ha condotto “più di 4.637” operazioni militari. I festeggiamenti di Hezbollah — e in generale, della popolazione libanese, di chi è tornato a casa, anche nei centri abitati distrutti — stanno generando malumori nel pubblico israeliano, drogato fino a pochi giorni fa dalle promesse di guerra totale di Netanyahu e Katz. L’analista politico Meron Rapaport spiega a Middle East Eye come si è arrivati al cessate il fuoco e perché il caso del Libano è diverso da Gaza: “La guerra in Libano era una guerra del centrosinistra e dell’esercito in particolare, e non della destra. Era una guerra delle vecchie élite.” “Le nuove élite sono interessate a Gaza, per cui è più facile per Netanyahu rinunciare al Libano per concentrarsi su Gaza.” Secondo l’attivista Ameer Makhoul bisogna comunque aspettare: 60 giorni — la durata dell’accordo del cessate il fuoco — danno a Israele abbastanza tempo per vedere come cambierà la posizione statunitense dopo l’insediamento di Trump.
L’inizio del cessate il fuoco non vuol dire che in Libano si può stare tranquilli: mercoledì pomeriggio il portavoce delle IDF Avichay Adraee ha annunciato un coprifuoco per il sud del Libano (!) che proibiva ai residenti di spostarsi oltre il fiume Leonte: “Per la tua sicurezza e quella della tua famiglia, ti è vietato spostarti a sud, verso i villaggi che le IDF hanno chiesto di evacuare o verso le forze delle IDF nell’area. Ogni movimento verso queste zone ti mette in pericolo.” “Si informa che a partire dalle ore 17 (17:00) fino a domani mattina alle ore 7 (07:00) è assolutamente vietato spostarsi verso sud dal fiume Leonte: a chiunque risieda a nord del fiume Litani è vietato spostarsi a sud; chiunque si trovi a sud del fiume Leonte deve rimanere fermo.”
Nel frattempo l’aggressione di Gaza continua indisturbata: mercoledì pomeriggio l’aviazione israeliana ha bombardato un’altra scuola convertita in rifugio per gli sfollati, uccidendo 12 persone. Nelle scorse ore le IDF hanno condotto attacchi particolarmente violenti anche in Cisgiordania: i bulldozer dei militari israeliani hanno fatto danni gravi a strutture residenziali civili a Tubas e nel campo profughi di al–Faraa, e a nord di Ramallah è stato aperto il fuoco contro i civili durante una perquisizione di una casa, colpendo anche un giovane, che è rimasto ferito. Le IDF intendono convertire l’abitazione in una caserma.