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Un bambino ferito in un bombardamento delle IDF viene portato all’ospedale martiri di al–Aqsa.
Foto: WAFA

L’esercito israeliano e Hamas hanno accettato di condurre una pausa dei combattimenti di 3 giorni — limitatissima, solo per zone — per permettere la vaccinazione dei 640 mila bambini palestinesi contro la poliomielite. La campagna vaccinale partirà domenica, e le pause saranno condotte tra le 6 di mattina e le 15 per tre giorni. La tregua sarà a zone: domenica iniziano 3 giorni di pausa nel centro della Striscia, poi verranno condotti altri 3 giorni nel sud, e poi di nuovo nel nord. L’accordo prevede già la possibilità di estendere la pausa nei combattimenti per un quarto giorno per ogni campagna vaccinale. Tra 4 settimane sarà necessario un secondo round di vaccinazioni. Si tratta di un’operazione difficilissima a livello logistico: il direttore al Programma per le emergenze sanitarie dell’OMS, Mike Ryan, ha specificato che “per fermare il contagio e impedire la diffusione internazionale della ​​poliomielite” “è necessaria una copertura di almeno il 90% in ogni round della campagna.” La situazione è tesissima, e il rischio che la tregua venga rotta è ovviamente percepito da tutti. Il vice ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Robert Wood, ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di “evitare di emettere ulteriori ordini di evacuazione durante questo periodo” — per mettere in fuga la popolazione pochi minuti prima di iniziare i bombardamenti in una zona della Striscia.

Il direttore generale dell’OMS ha dichiarato che l’organizzazione “accoglie l’impegno a pause umanitarie,” anche se sottolinea che restano limitate a “aree specifiche”: “L’unica medicina duratura è la pace. L’unico modo per proteggere tutti i bambini di Gaza è il cessate il fuoco.”

L’accordo per una pausa dell’aggressione durante la campagna vaccinale non si è tradotto in un rallentamento delle violenze su Gaza: nelle scorse 24 ore le IDF hanno ucciso 86 persone e ne hanno ferite 77, secondo i dati aggregati dal ministero della Salute di Gaza. Sono andate avanti anche le operazioni in Cisgiordania: le IDF hanno condotto assalti a Tulkarem e nel vicino campo profughi, e raid nel governatorato di Hebron. Parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante cinese Geng Shuang ha dichiarato che “non possiamo permettere che la catastrofe umanitaria di Gaza avvenga anche in Cisgiordania, cosa che la trasformerebbe in un altro inferno sulla Terra.”


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