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La portaerei Theodore Roosevelt.
Foto: dominio pubblico, Kaylianna Genier / marina militare statunitense

L’esercito statunitense invierà più jet e navi da guerra nella regione per prepararsi all’attacco di ritorsione che potrebbe arrivare dall’Iran dopo l’assassinio di Haniyeh. Una nota firmata dalla vice addetta stampa del Pentagono Sabrina Singh riporta che il segretario alla Difesa Lloyd Austin “ha ordinato correzioni alla postura militare statunitense, pensati per migliorare la protezione delle forze statunitensi, per aumentare il supporto per la difesa di Israele, e per garantire che gli Stati Uniti siano pronti a rispondere a diversi imprevisti.” I rinforzi arrivano dopo una telefonata tra Biden e Netanyahu descritta come “dura” da un retroscena di Axios, in cui si riporta la profonda frustrazione della Casa bianca — che sarebbe stata lasciata all’oscuro del piano israeliano per assassinare Haniyeh e il comandante di Hezbollah Fuad Shukr.

Poche ore prima, parlando con la stampa, Singh era arrivata a ipotizzare che gli Stati Uniti potrebbero inviare ulteriori truppe nella regione, anche se l’utilizzo di jet e navi da guerra rimarrà esclusivamente “di difesa.” Al momento nessun funzionario statunitense si è sbilanciato su quanti mezzi aggiuntivi verranno dispiegati, ma l’impegno locale è già molto rilevante, con più di una decina di navi da guerra disposte dal Mediterraneo al Sud Ovest Asiatico — solo sulla portaerei Theodore Roosevelt, attualmente disposta nel Golfo persico, ci sono 40 jet; sulla nave d’assalto anfibio USS Wasp ci sono 30 velivoli tra aerei e elicotteri, e 4.500 soldati.

L’omicidio di Haniyeh segna una grave battuta d’arresto per il processo del cessate il fuoco, ma a Tel Aviv forse il problema non si pone: parlando con Maariv, Yaakov Amidror, ex generale ed ex presidente del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, ha dichiarato che l’aggressione israeliana contro Hamas “potrebbe richiedere molto tempo,” o forse potrebbe “non finire mai.” La questione di trovare una forza politica per governare Gaza può arrivare solo “quando arriviamo a una situazione in cui il movimento non pone più una minaccia.”


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