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La polizia ha caricato gli studenti dell’Università la Sapienza di Roma che erano in corteo contro la collaborazione tra l’università e Israele nel contesto del bando del ministero degli Affari esteri italiano. Due studenti sono stati arrestati, uno per danneggiamento aggravato e l’altra per resistenza aggravata — saranno processati in direttissima già oggi. Le forze dell’ordine hanno fatto uso di violenza eccessiva, e secondo i ragazzi del Fgc ci sono stati diversi feriti: “Avevamo convocato uno sciopero per richiedere una presa di posizione da parte dell’ateneo contro il genocidio in Palestina ed il recesso degli accordi militari stipulati da sapienza con aziende belliche e università israeliane. La risposta che abbiamo ricevuto è quella di una Rettrice che conosce soltanto il manganello come metodo di gestione del dialogo con gli studenti.”
Il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione della Sapienza hanno approvato un documento, con cui si lavano le mani del problema, dichiarandosi sia “per la pace” che per “la libertà della didattica e della ricerca”: nel comunicato si parla di “sentimenti di dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina,” ma l’università ritiene di non essere parte della soluzione: “Sapienza rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana.”
La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha comunicato il proprio sostegno alla rettrice Polimeni e al Senato accademico della Sapienza: “Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso.” “La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta.” Meloni ha espresso solidarietà ai docenti ma anche alla polizia — secondo la presidente del Consiglio “questo non è manifestare, ma delinquere.” Il presidente del Senato La Russa ha espresso “ferma condanna” per le “azioni di odio e violenza (!) dei collettivi studenteschi.” Da parte sua, invece, il ministro degli Esteri Tajani, in un’intervista con la Stampa, ha sostenuto la necessità di un cessate il fuoco immediato: “Israele deve fermare le operazioni militari che hanno coinvolto massicciamente la popolazione palestinese.” Tajani si lancia anche in un po’ di wishful thinking, e sostiene che la pressione diplomatica su Israele stia funzionando: “La reazione contro l’Iran per il momento non si vede e l’attacco a Rafah è stato rimandato.”
Nelle scorse ore le IDF hanno concentrato i propri attacchi in particolare sui campi profughi della Striscia di Gaza, compreso il campo profughi di Yabna a Rafah. Mentre scriviamo si contano 28 uccisi — 8 nella città di Gaza, 3 sul campo di Nuseirat, 11 nel campo di al–Maghazi, e 7 nel campo di Yabna a Rafah. I bombardamenti e le uccisioni sono state confermate anche dalle IDF stesse, che ha vantato di aver colpito obiettivi di Hamas. Come sempre, l’esercito israeliano non si esprime sul costo umano delle proprie operazioni sulla Striscia di Gaza.