Un’elaborazione di immagini Copernicus mostra gli incendi attivi su Gaza.
Composizione: Pierre Markuse
I bombardamenti su Gaza continuano senza sosta: dall’inizio della guerra più di 260 mila persone palestinesi sono state costrette a lasciare la propria casa, secondo dati aggregati dalle Nazioni Unite, per salvarsi dai bombardamenti incessanti. Il ministero degli Affari esteri palestinese ha denunciato che l’aviazione israeliana sta usando bombe al fosforo bianco, armi chimiche molto controverse che la Convenzione CCW di Ginevra del 1980 vieta in aree densamente popolate. Israele è anche accusato di aver colpito deliberatamente almeno un’ambulanza — colpire strutture e personale sanitario è un crimine di guerra. Nel corso della notte sono state uccise altre 30 persone — e il numero di nuovi feriti è nell’ordine delle centinaia. Dall’inizio del conflitto sono morti 900 palestinesi e 1.200 israeliani. Sembra che l’inizio di un’operazione di terra sia imminente: il ministro della Difesa Yoav Gallant, parlando con i soldati ammassati lungo il confine con la Striscia, ha commentato in modo minaccioso: “Hamas voleva che le cose cambiassero, e avrà quello che voleva. Quello che c’era a Gaza non ci sarà più.” Chi vive a Gaza è letteralmente intrappolato: è stato bombardato tre volte anche il valico di Rafah, l’unico passaggio di frontiera di Gaza non controllato da Israele, che permetterebbe di fuggire in Egitto.
Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken arriverà in Israele in giornata, per confermare l’appoggio statunitense al “diritto di difendersi” israeliano. Blinken chiederà al governo israeliano di che forme di “assistenza aggiuntiva” ha bisogno dopo che l’attacco a sorpresa di Hamas ha messo in discussione le capacità delle forze armate e dell’intelligence di Tel Aviv. La posizione dell’Unione europea resta ancora confusa: dopo la giornata di caos scatenata dalle dichiarazioni avventate del commissario Olivér Várhelyi, Josep Borrell ha ammonito Israele, dicendo che “ha il diritto di difendersi, ma deve farlo secondo la legge internazionale e il diritto umanitario. Alcune decisioni sono contrarie alle leggi internazionali. Alcune azioni — come hanno già dichiarato le Nazioni Unite — come tagliare acqua, elettricità, e cibo a un gran numero di civili — sono contro le leggi internazionali.” Commentando direttamente le affermazioni di Várhelyi, Borrell ha detto che “la situazione umanitaria è disastrosa,” per cui “dovremo aumentare il supporto, non ridurlo.” La questione ha spaccato anche la politica italiana: non si è arrivati infatti a una mozione bipartisan sulla posizione dell’Italia nel conflitto — le forze di governo hanno voluto a tutti i costi mettere nero su bianco che sarebbero stati interrotti i finaziamenti “che siano utilizzati per finanziare attacchi terroristici e incitare l’odio verso Israele” — ovviamente già ora l’Italia non finanzia in nessun modo le operazioni di Hamas e della altre sigle attive nel conflitto.
Nei prossimi giorni diventerà sempre più difficile raccontare lo svilupparsi del conflitto: il taglio dell’elettricità significa che i giornalisti sul posto presto avranno computer e smartphone scarichi, mentre invece la disinformazione è rampante: le ripetute accuse di stupri e decapitazioni da parte di combattenti di Hamas sono state in seguito smentite, o sono state riportate senza fonti. La situazione è particolarmente grave su Twitter, al punto da aver allertato al Commissione europea, che ha notificato l’azienda, ricordando gli impegni dettati dal Digital Services Act in vigore da agosto.