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in copertina, foto via Facebook

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

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In un colpo di scena, Jeremy Corbyn ha annunciato il supporto del Labour alle elezioni anticipate, definendole “un’occasione unica per trasformare il nostro paese.” Ieri sera il parlamento ha ufficialmente approvato — con 438 voti a favore e 20 contrari — che le prossime elezioni si terranno il 12 dicembre 2019. Se non vi tornano i numeri, è perché non solo si sono astenuti i Liberal democratici e il Partito nazionale scozzese, perché preferivano il 9 dicembre, ma anche metà dei parlamentari laburisti, indicando che nel partito non c’è proprio un entusiasmo diffuso sul ritorno alle urne. (the Guardian)

Il poco entusiasmo del partito laburista dipende soprattutto dal grosso vantaggio nei sondaggi del partito conservatore, dato attorno ai 10 punti davanti al Labour — un risultato che si tradurrebbe in una maggioranza molto stabile, di 58 seggi. Il Regno Unito è uno dei rari casi in cui è evidente nelle intenzioni di voto una chiara divisione generazionale. Nel target demografico 18–34, in particolare delle donne tra i 18 e 34 anni, il Labour è in vantaggio netto. In tutte le altre fasce d’età il Labour fa fatica a superare il 20%. (the Guardian)

Grafica del Guardian

Con una maggioranza conservatrice come quella proiettata, la Brexit dovrebbe essere assolutamente blindata. Ma quanto costerebbe al Regno Unito? Secondo uno studio del National Institute of Economic and Social Research, il più antico istituto indipendente di ricerca economica britannico, il Regno Unito perderà a causa della Brexit 70 miliardi di dollari entro il 2029. Ma il Tesoro britannico non è preoccupato: verranno stipulati accordi “più ambiziosi” con l’Unione europea di quelli su cui l’istituto ha basato i propri calcoli. Ovviamente, però, questi accordi sono ancora tutti da scrivere. (BBC News)

Tom Peck, sull’Independent, ha qualche dubbio che il voto servirà davvero a rompere l’impasse sulla Brexit. Peck è così entusiasta all’idea delle prossime sei settimane di campagna elettorale che paragona Johnson e Corbyn a due torturatori. (the Independent)

Stephen Bush sul New Statesman, invece, scrive che non è garantita una vittoria di Johnson. Bush sottolinea che l’elettorato britannico è particolarmente volatile, e che il crollo del bipolarismo ha reso ancora più difficile per un singolo partito ottenere una maggioranza parlamentare. (New Statesman)

Johnson ovviamente dice che sarà una campagna elettorale “difficile.” I Tories si giocheranno il voto sul single issue della Brexit, ma dovranno scontrarsi in questo campo sulla delusione dell’elettorato più radicalizzato sull’uscita dall’Unione europea, a cui si è raccontato per mesi che si sarebbe usciti il 31 ottobre a tutti i costi, e con la propaganda del Brexit Party, che ha già inquadrato l’accordo di Johnson come una sottomissione all’Unione europea. (Evening Standard)

Il crollo del bipolarismo rende per entrambi i leader politici le elezioni una scommessa rischiosa. Secondo l’esperto elettorale John Curtice questo voto segnerà un ingresso record di parlamentari che non appartengono a nessuno dei due partiti principali, per un totale di più di 100 teste non allineate ai due partiti. Tra i rischi più grossi per il Labour c’è il Partito nazionale scozzese, sulla traiettoria per ottenere la maggioranza netta dei seggi scozzesi. (LBC)

Comunque andranno le elezioni, per riaprire il tavolo per la Brexit bisognerà aspettare il prossimo gennaio: una data pericolosamente vicina alla nuova scadenza concordata con l’Unione europea. (HuffPost)

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Mondo

Degli uomini mascherati avrebbero aperto il fuoco contro gli attivisti che protestavano a Kerbela, nel sud dell’Iraq. Secondo fonti di Associated Press sarebbero almeno 18 i morti, mentre Reuters ne conferma 14. Al Jazeera è riuscita a confermarne 4. Tuttavia, il governatore di Kerbela Naseef al-Khitaby nega che l’incidente abbia avuto luogo del tutto. Anche la polizia locale nega, aggiungendo che i video che stanno girando sui social media delle violenze nella città sarebbero diffusi per incitare le proteste. (Al Jazeera)

Il Primo ministro libanese Saad Hariri ha annunciato che rassegnerà le proprie dimissioni, dopo due settimane di proteste continue. L’annuncio segna una vittoria importante per gli attivisti, che avevano appena affrontato la propria giornata più difficile: solo poche ore prima sostenitori di Amal ed Hezbollah avevano attaccato con violenza le persone che stavano protestando a Beirut. L’esercito e la polizia hanno cercato di tenere separate le fazioni, ma diciamo che sono intervenuti con calma. (Middle East Eye)

Tra gli obiettivi di Amal ed Hezbollah c’era l’accampamento del movimento di protesta a Piazza dei Martiri, smantellato con violenza nel corso degli scontri. Ma solo poche ore dopo gli attivisti avevano già rimesso la piazza in ordine, e ristabilito il proprio accampamento. (Al–Araby Al–Jadeed)

La Camera dei rappresentanti statunitense ha approvato di fatto all’unanimità (403 a 16) una legge per imporre sanzioni contro l’invasione turca del Rojava. Le sanzioni colpiscono specificamente alcuni funzionari dell’esercito turco e le istituzioni responsabili della guerra, “senza colpire il popolo turco,” ha precisato il parlamentare democratico Eliot Engel. Oltre alle sanzioni, la legge chiede all’amministrazione Trump di avviare un’indagine per verificare se le operazioni di guerra hanno coinvolto dei civili. Sempre nel corso della giornata di ieri la Camera si è espressa in un altro voto, con cui ha riconosciuto il genocidio degli armeni da parte dell’impero Ottomano. La Turchia tuttora rifiuta di chiamare l’omicidio di un milione e mezzo di persone “genocidio.” (Al Jazeera)

I democratici statunitensi hanno pubblicato il testo della risoluzione che descrive i prossimi passi delle procedure per l’impeachment. La Camera voterà la misura questo giovedì, aprendo a una nuova fase delle indagini. Le prossime deposizioni saranno pubbliche, e prevederanno due sessioni di 45 minuti — una per i democratici e una per i repubblicani. (NBC News)

Tra le rivelazioni della testimonianza di Alexander Vindman, il consigliere sull’Ucraina del Consiglio di sicurezza nazionale, ci sono dettagli che smentiscono la testimonianza di Gordon Sondland, ambasciatore statunitense all’Unione europea, e finora unico testimone ad aver preso le parti di Donald Trump. Il parlamentare Joaquin Castro, parte del comitato dell’intelligence, ha accusato su Twitter Sondland di aver fatto falsa testimonianza — ma dimostrarlo è difficilissimo: deve esserci una prova che Sondland abbia mentito con lo scopo di sviare le indagini, ed è evidentemente molto difficile dimostrare che una persona si ricordi un evento se dichiara di essersene dimenticato. (POLITICO)

Nonostante le promesse di riforme e il rimpasto di governo, le proteste in Cile continuano. Camila Vergara scrive per Jacobin un approfondimento su come si è arrivati a queste proteste, causate da “trent’anni di oligarchia neoliberale, e democratizzazione poco convinta.” Secondo Vergara l’unica soluzione verso una soluzione dei problemi del paese è ripartire da capo, con la stesura di una nuova Costituzione. (Jacobin Magazine)

La polizia di Hong Kong — ufficialmente in risposta a casi di doxxing, ma ovviamente a causa dei ripetuti episodi di repressione violenta — ha annunciato che tutti gli agenti dovranno indossare etichette con nome in codice di identificazione unico, in modo da rendere possibile l’identificazione degli agenti responsabili di singoli casi di violenza. Ma non ha annunciato da quando le etichette saranno integrate nelle divise. (Hong Kong Free Press)

Italia

26 associazioni che si occupano di immigrazione e diritti — tra cui Arci, Amnesty International, Oxfam, etc. — presentano oggi a Roma una lettera aperta per chiedere al governo di bloccare gli accordi con la Libia. Il rinnovo automatico è previsto per il 2 novembre: se il governo non fa nulla, saranno validi per altri tre anni. (Fanpage)

Da Orfini a Delrio, il fronte di chi nella maggioranza chiede almeno di ridiscutere il famigerato “memorandum” sarebbe abbastanza nutrito, ma le possibilità che succeda sono davvero poche, e la ministra Lamorgese in passato ha già espresso la propria volontà di mantenere gli accordi con Tripoli. (Linkiesta / Wired, 24/09)

Il governo di Tripoli, intanto, lo scorso 15 settembre ha emanato un decreto legge — di cui è stata resa nota soltanto ieri la traduzione — che sottopone le navi delle Ong a uno stretto controllo poliziesco e amministrativo. Si tratta in sostanza di un equivalente libico del vecchio “codice di comportamento” di Minniti. (la Repubblica)

Intanto, dopo 11 giorni di abbandono in mezzo al mare, il Viminale ha finalmente assegnato alla Ocean Viking il porto sicuro di Pozzallo. Ufficialmente, l’attesa sarebbe servita a raggiungere un accordo per il ricollocamento con Francia e Germania — che dovrebbero “accogliere” 70 migranti — ma nei giorni scorsi non si era diffusa nessuna notizia sulle trattative in corso. “Questi stalli prolungati e disumani non devono continuare. È inaccettabile bloccare le persone in mare per giorni o settimane mentre gli Stati europei discutono se e come adempiere ai loro obblighi umanitari e legali,” sottolinea ancora una volta il capomissione di MSF. (Adnkronos)

Ma non c’è molto da festeggiare: in mezzo al mare senza un porto sicuro assegnato ci sono ancora i 90 naufraghi soccorsi dalla Alan Kurdi e i 15 soccorsi dalla Open Arms, mentre il governo continua ad agire in piena continuità con il precedente. Per esempio, la prefettura di Agrigento e la Guardia costiera hanno impedito senza motivo alla nave di Sea-Watch di lasciare il porto di Licata, nonostante sia libera dal punto di vista giuridico. (Twitter)

Si è svolto a Palazzo Chigi un nuovo vertice di maggioranza sulla manovra, da cui è emersa un’intesa su alcune misure da includere: tra le altre cose, la “cedolare secca” sugli affitti a canone concordato resterà al 10% invece che salire a 15, vengono confermate la “sugar tax” e la “plastic tax” e lo stop al “superticket” sanitario a partire dal 2020. (il Sole 24 Ore)

Ma l’accordo non è ancora definitivo: oggi ci sarà un nuovo vertice, probabilmente l’ultimo, per sciogliere i nodi ancora aperti (in particolare: il regime forfettario per le partite Iva). Dopodiché, la sfida si sposterà in Parlamento. (HuffPost)

Dopo la batosta umbra, il Movimento 5 Stelle ha deciso di correre da solo alle prossime elezioni regionali in Calabria e Emilia Romagna. Ma è difficile che questa mossa sia sufficiente a Di Maio per scansare la fronda interna: sono sempre di più i parlamentari 5 Stelle che vorrebbero modificare lo statuto per ridimensionare i poteri del “capo politico.” (ANSA / la Stampa)

Conad sta gestendo con molta poca chiarezza la presa di controllo dei punti vendita Auchan e Sma. L’operazione, gigantesca, riguarda 226 supermercati e 46 ipermercati, e coinvolge 18 mila lavoratori. La società, però, ha confermato un futuro per soli 5700, i dipendenti dei punti vendita che stanno cambiando insegna. Restano in sospeso 11350 persone, per cui non è ancora stata data nessuna garanzia. (Today.it)

Ambiente

Un nuovo studio pubblicato ieri su Nature calcola che l’innalzamento del livello del mare distruggerà le case di molte più persone di quanto precedentemente previsto. Secondo lo studio, firmato da Climate Central, entro il 2050 saranno inabitabili le case che ospitano 300 milioni di persone in tutto il mondo. Un numero che sarebbe più che raddoppiato, fino a 630 milioni, se non si ridurranno le emissioni entro il 2100. Di questi, 150 milioni di persone saranno costrette alla fuga da permanente innalzamento del livello del mare, mentre 300 milioni di persone saranno colpite da alluvioni annuali. (Climate Central)

Cult

Facebook, vi ricordate, l’azienda che si vanta di essere campione della libertà di parola, continua la propria battaglia di censura puritana, e ora vuole censurare su Facebook e Instagram le emoji che hanno un noto doppio senso. Addio melanzane, ci mancherete. (Dazed)

Questo dentista tedesco ha estratto quello che il Guinness dei Primati ha riconosciuto come il dente umano più lungo di sempre. Noi ve lo mettiamo qui, ma vi sconsigliamo sinceramente di cliccarlo. (DW)

A proposito di record: questo è il fulmine più lungo mai registrato. È del 2017, ma lo abbiamo scoperto solo ora. (Gizmodo)

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