Associazione Luca Coscioni
Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.
Con una sentenza molto attesa, la Corte costituzionale si è pronunciata sul caso DJ Fabo stabilendo che “a determinate condizioni” è “non punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.” (la Repubblica)
Cappato, che rischiava fino a 12 anni di carcere, ha commentato dicendo che “da oggi siamo tutti più liberi”:
La Consulta ha deciso: chi è nella condizioni di Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo. È una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte. Vi aspetto al Congresso @ass_coscioni!
— Marco Cappato (@marcocappato) September 25, 2019
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La sentenza è di quelle storiche, e rende particolarmente grave l’inazione del Parlamento, che nell’anno di tempo concesso dalla Consulta dopo il primo rinvio della sentenza non ha approvato nessuna legge sul “fine vita”: un tentativo in extremis è stato fatto proprio ieri, con la presentazione in Senato di un ddl a firma di Monica Cirinnà. Il ddl vorrebbe riformare l’articolo 580 del codice penale — quello dichiarato incostituzionale dalla Corte — prevedendo la possibilità di rinunciare ai trattamenti sanitari e di assumere un farmaco letale. (il Sole 24 Ore)
“I giudici scrivono una pagina di civiltà mentre la politica se n’è lavata le mani,” commenta Giulia Belardelli su HuffPost. Oltre a Cappato, per la sentenza hanno esultato tutte le associazioni e gli attivisti che da anni si battono per il diritto all’eutanasia — Mina Welby ha commentato: “Ricorderò questo 25 settembre tra i giorni più belli della mia vita” — ma non si sono fatte attendere le reazioni scandalizzate dei cattolici: la Cei ha espresso “sgomento e preoccupazione,” mentre per la senatrice Paola Binetti si tratta di “follia dell’autodeterminazione.” (HuffPost / la Repubblica)
L’associazione medici cattolici italiani aveva messo le mani avanti già due giorni fa, annunciando che tutti i suoi 4000 aderenti erano pronti al blocco. Secondo il vicepresidente dell’associazione Giuseppe Battimelli “non si tratta solo di un orientamento religioso che vieta di perseguire una simile pratica,” ? ma si tratterebbe anche di una questione di codice deontologico e prassi medica, che “non prevedono in qualsiasi caso la richiesta di morte del paziente.” Secondo Battimelli “il Parlamento dovrà tenere conto dell’obiezione di coscienza.” (Adnkronos)
La pensano in modo diamentralmente opposto 237 medici, che hanno firmato un appello contro l’imposizione di coscienza. In prima linea c’è Mario Riccio, che fu medico di Piergiorgio Welby ed è dirigente dell’associazione Luca Coscioni: “Vogliamo solo garantire al paziente quello che in tanti medici riteniamo essere un suo diritto.” (il Fatto Quotidiano)
Sono ferme dieci (10) proposte di legge sull’argomento, ma adesso il parlamento sarà costretto a legiferare. L’avvocata Filomena Gallo, coordinatrice del collegio di difesa di Cappato, ha dichiarato che “Questa decisione apre le porte a una buona legge, che non si potrà mai distaccare dai principi indicati dalla consulta. Leggiamo in anticipo, in attesa del deposito della sentenza, alcune delle indicazioni che sono molto precise e molto tassative.” La sentenza arriva in un momento favorevole: la maggioranza del governo Conte bis è la prima da anni concorde sulla necessità di una legge sul fine vita. (Today)
Se in Parlamento c’è una maggioranza per approvare finalmente una legge sul fine vita, sarà comunque un percorso difficile. La lobby provita in Italia è forte, ben finanziata, e gode del supporto di una vasta rete internazionale di organizzazioni e associazioni, che vanno dalla Cei alle sigle neofasciste, un fronte unito contro aborto e eutanasia. L’inchiesta di Lorenzo Bagnalo, Luca Rinaldi, Giulio Rubino. (Fanpage)
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Mondo
In preda al panico di fronte alla procedura di impeachment, l’amministrazione Trump ha desecretato il memorandum della conversazione telefonica tra Trump e il presidente ucraino Zelensky, e ha dato l’accesso ai parlamentari all’esposto del whistleblower, che però resta ancora secretato.
Qui potete leggere il testo della telefonata: nella conversazione Trump chiede ripetutamente a Zelensky di investigare Biden per “fargli un favore,” mentre parlavano della necessità di maggiori finanziamenti statunitensi. Un altro momento da sottolineare: Zelensky, per farsi amico Trump, gli dice: “Potrebbe essere una buona idea che lei faccia un viaggio in Ucraina: possiamo prendere il mio aereo e andare in Ucraina, oppure possiamo prendere il suo aereo, che probabilmente è molto migliore del mio.” OK.
Essendo ancora secretato, invece, del reclamo del whistleblower dobbiamo accontentarci delle reazioni della politica. Secondo il presidente del comitato dell’intelligence della Camera Adam Schiff le accuse del documento sono “molto credibili” e “profondamente disturbanti.” Anche Ben Sasse, una delle rare voci critiche nei confronti di Trump nel partito repubblicano, non ha minimizzato le rivelazioni: “I Repubblicani non dovrebbero far quadrato di corsa dicendo che non c’è niente di sostanziale qui, perché evidentemente ci sono molte cose preoccupanti.” Sasse ha comunque criticato i democratici per aver accelerato sulla pratica di impeachment. (NBC News)
Tra i dati presenti nel documento, è possibile ci sia una contestualizzazione dei rapporti tra Trump e Ucraina: il presidente statunitense ne è ossessionato, fin dai tempi della campagna elettorale del 2016, quando vedeva nel paese le origini dell’inchiesta contro di lui. Il New York Times traccia il contesto della telefonata nei tre anni di presidenza Trump. (the New York Times)
La redazione di CNN sta tenendo un liveblog di queste prime giornate di indagine per l’impeachment. (CNN)
Il presidente iraniano Rouhani ha dichiarato che il dialogo con gli Stati Uniti resta fuori discussione finché le sanzioni contro il paese non saranno ritirate. Rouhani ha definito le azioni degli Stati Uniti come “terrorismo economico senza pietà” e ha avvertito minacciosamente i leader mondiali, dicendo che “una sola scintilla può accendere un grande fuoco.” (Al Jazeera)
Il presidente israeliano Rivlin ha dato a Netanyahu l’incarico di provare a formare un governo di coalizione con il partito Blu e bianco di Gantz. Rivlin ha dichiarato che la scelta di Netanyahu — che non è riuscito a formare un governo dopo le elezioni di aprile — avrebbe “la migliore possibilità di formare una coalizione.” Infatti Netanyahu è arrivato con il supporto di ben un parlamentare in più di Gantz (55 contro 54), ma tra i 54 di Gantz ci sono anche dieci seggi della Lista araba unita, che hanno annunciato il proprio supporto per la candidatura di Gantz ma non avrebbero fatto parte della coalizione di governo. (the Times of Israel)
Ora Netanyahu avrà 28 giorni per cercare di formare una maggioranza parlamentare. Se non dovesse riuscire a racimolare i sette voti che gli mancano per avere una maggioranza minima nella Knesset, il Primo ministro ha già dichiarato che si aprirà il tavolo per un governo di unità nazionale. (Middle East Eye)
Continuano senza sosta gli arresti in Egitto: il conto è ora sopra le 1300 persone. Gli arresti non riguardano più “soltanto” i contestatori dello scorso week-end, ma membri dell’opposizione e voci prominenti della società civile: tra gli altri sono stati arrestati il giornalista Khaled Dawoud, già leader del Partito della Costituzione, e Hazem Hosny, rinomato professore di Scienze politiche all’Università del Cairo. (Al–Araby Al–Jadeed)
world leaders who are still silent about what’s happening in #Egypt: We are talking about 1300 ppl arrested including women & children in 5 days. Numbers r rising & internet is getting interrupted. Are you waiting for another massacre to wonder what could be done? Shame on You! https://t.co/61k8ygv49i
— Amr Magdi (@ganobi) September 25, 2019
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Com’è la situazione in Regno Unito? L’ordine del giorno della Camera dei Comuni dice tutto quello che serve sapere:
Immagine via Twitter @Joncraig
La giornata di ieri è stata, secondo più giornalisti di lungo corso, la più tesa degli ultimi decenni. Il momento di massima tensione è stato quando Johnson ha sminuito le critiche della laburista Paula Sherriff, che lo aveva accusato di usare un linguaggio d’odio pericoloso — Johnson chiama la legge che dovrebbe bloccare la Brexit no–deal “legge della resa.” Poco dopo, parlando con Tracy Brabin, eletta nel seggio di Jo Cox, la parlamentare uccisa da un estremista di destra una settimana prima del referendum, Johnson ha detto che “il miglior modo per onorare la memoria di Jo Cox e unire il paese, credo, è portare a termine la Brexit.” La diretta della giornata, sul Guardian.
Italia
A pochi giorni dall’annuncio in pompa magna dell’accordo di Malta sull’immigrazione, con il testo integrale della bozza scattano già i primi distinguo: i migranti soccorsi dalle navi militari saranno sempre sbarcati nello stato di bandiera, mentre in caso di aumento dei flussi si prevede che l’accordo possa essere “sospeso in qualunque momento” dei sei mesi in cui sarà valido il meccanismo. (la Repubblica)
I 15 punti dell’accordo (qui il testo completo, via Repubblica) sono scritti in un freddo burocratese pieno di paura per la possibilità che salvare le persone in mezzo al mare “apra nuove rotte illegali verso l’Europa” e nuovi “pull factor,” e con l’ossessione per la specifica che chi “non ha diritto” alla protezione internazionale in Unione europea sia rimpatriato il più in fretta possibile. Non mancano le regole per le navi delle Ong, in linea con il “codice di comportamento” voluto da Minniti nel 2017: alle navi umanitarie si impone, tra le altre cose, di non ostacolare le operazioni delle Guardie costiere ufficiali, inclusa quella libica. (la Repubblica)
Insomma, l’accordo di Malta fa acqua da tutte le parti: riguarda una piccolissima parte dei migranti, continua a trattare come emergenza un fenomeno non emergenziale, non prevede quote di ripartizione, stabilisce un’assurda discriminazione tra chi viene salvato in mare e chi raggiunge autonomamente le coste europee, ed entra in contraddizione con i decreti sicurezza di Salvini che, però, il governo non intende abolire. (Fanpage)
L’ingresso del termine “pull factor” in un testo ufficiale è particolarmente significativo, sottolinea Annalisa Camilli: accusa propagandistica usata contro Mare Nostrum e contro le Ong, numerosi studi hanno già dimostrato la sua inconsistenza — il numero delle partenze non dipende dalla quantità di mezzi di salvataggio presenti nel Mediterraneo. (Internazionale)
Di Maio ha minimizzato la fronda interna dei propri senatori, parlando di “un malinteso.” Intanto, però, una senatrice del M5S evidentemente molto confusa, Gelsomina Vono, ha annunciato il proprio passaggio tra le fila di Italia Viva. (TGCOM / Adnkronos)
Intanto, il capo politico del Movimento esulta per il ddl sul taglio dei parlamentari, la cui quarta e ultima lettura è stata calendarizzata per il 7 ottobre. (ANSA)
Milano
Sì, i prezzi delle case a Milano continuano a crescere — com’è possibile, direte voi. Nel primo semestre dell’anno sono aumentati del 5,7%. (Milano Today)
Ambiente
A due giorni dal terzo sciopero globale per il clima — ovunque vi troviate, se potete, cercate una manifestazione e andateci — l’IPCC ha diffuso un nuovo report che analizza gli effetti disastrosi dell’aumento globale delle temperature su oceani e criosfera. State sintonizzati: ne parleremo oggi anche in una nuova puntata di Trappist. (Google Maps / IPCC)
Cult
Questa coppia di mezza età austriaca ha ricevuto per posta per sbaglio quasi 25 mila pastiglie di ecstasy, invece dei vestiti che avevano ordinato da un negozio online olandese. La signora che ha aperto il pacco ha scambiato le pillole per piccole pietre decorative, ma poco dopo il marito ha capito che si trattava di stimolanti ? (CNN)
Ma voi lo sapevate che tra le preoccupazioni di Boris Johnson ci sono anche “i materassi che monitorano i nostri incubi,” uno dei primi segnali dell’imminente “totalitarismo digitale”? Noi non lo sapevamo. (Dazed)
Jeff Bezos starebbe scrivendo le leggi per regolare la tecnologia di riconoscimento facciale da parte di Amazon, “con l’intenzione di condividerla poi con il governo statunitense. Tutto bene. (The Verge)
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