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in copertina, foto via Twitter

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

Un whistleblower — presumibilmente un funzionario dell’intelligence — ha depositato un reclamo formale presso l’ufficio di Michael Atkinson, l’ispettore generale dell’intelligence statunitense. Secondo la fonte, di cui la stampa non sta ricostruendo l’identità, Trump avrebbe fatto una “promessa” preoccupante a un leader straniero nelle scorse settimane. (the Washington Post)

Il reclamo è stato depositato il 12 agosto scorso. Nel corso del mese precedente Trump aveva parlato con Putin, Kim Jong-un, il primo ministro pakistano Imran Khan, il primi ministro olandese Rutte e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad. Secondo due persone raggiunte dal New York Times, però, almeno parte della conversazione riguardava l’Ucraina. (the New York Times)

L’Ucraina è da tempo tra gli argomenti “caldi” della politica statunitense, perché Trump e Giuliani avrebbero fatto pressioni sul presidente ucraino Zelensky per riaprire indagini su un’azienda che avrebbe legami con il figlio di Joe Biden. Si tratta di accuse pesanti, per cui ovviamente Giuliani se n’è vantato in un’intervista televisiva su CNN. (POLITICO)

L’oggetto del reclamo potrebbe essere questa telefonata, di cui è presente traccia sul sito della presidenza ucraina, che legge “Donald Trump è convinto che il nuovo governo ucraino potrà migliorare rapidamente la propria immagine completando le indagini su alcuni casi di corruzione.” (President of Ukraine)

Trump si è difeso alla sua solita maniera, sostanzialmente dicendo di essere infallibile, e sottolineando che comunque, se volesse fare qualcosa di sporco, non lo farebbe certamente al telefono, dove così tanti funzionari lo stanno ascoltando. Sì.

Pubblicamente Trump può chiamare la storia “fake news,” ma a porte chiuse, al contrario, ha fatto di tutto per non farla uscire. Sia la Casa bianca che il dipartimento di Giustizia hanno fatto pressione perché non si parlasse del reclamo, e tuttora il documento non è consultabile nemmeno da parte dei membri del congresso. (CNN)

Il reclamo è stato presentato dopo una “promessa,” ma a quanto pare descrive una serie di azioni che sono state valutate dall’ispettore come di “preoccupazione urgente.” Ma Joseph Maguire, attuale direttore pro tempore dell’intelligence nazionale, ha bloccato l’accesso al documento. Si tratta di una forzatura rilevante, che secondo Steve Vladeck, docente di legge dell’Università del Texas, “probabilmente è illegale.” (the National Security Law Podcast)

Ben Mathis–Lilley sottolinea che non è la prima volta che l’amministrazione Trump cerca di bloccare le indagini del congresso — e ciononostante i democratici sembrano incapaci di alzare la pressione contro l’amministrazione, neanche per materiali di “preoccupazione urgente.” (Slate)

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Mondo

Oggi si apre la settimana della Climate Action Week con una nuova ondata di manifestazioni in tutto il mondo, che porteranno migliaia di giovani nelle strade delle proprie città per protestare contro l’incuranza della politica di fronte all’emergenza climatica. Mentre scriviamo gli studenti hanno già manifestato in Australia, dove la politica è storicamente particolarmente collusa con l’industria del carbone. Secondo i primi dati avrebbero protestato in Australia almeno trecentomila persone. (ABC)

Il Guardian seguirà le proteste in tutto il mondo con un liveblog che durerà tutta la giornata. (the Guardian)

Sono sempre di più i conflitti violenti causati dal cambiamento climatico: dall’inizio dell’anno si sono registrati scontri in Burkina Faso, Nigeria, Mali, Darfur, e Chad, in cui sono state uccise centinaia di persone. L’espansione della desertificazione porta all’inevitabile conflitto armato tra contadini e allevatori. (Middle East Eye)

È morto a 83 anni Zine El–Abidine Ben Ali, ex presidente tunisino, primo leader a essere travolto dalle proteste della Primavera araba, nel 2011. Ben Ali ha governato il paese per ventitré anni, per poi fuggire dalle proteste rifugiandosi in Arabia Saudita. Colpito da un ictus lo stesso anno, è sostanzialmente uscito dalla scena politica. (Al–Araby Al–Jadeed)

La depressione tropicale Imelda sta rovesciando sul Texas quantità di acqua mai viste nella regione, causando alluvioni in diverse zone del Texas del Sud Est. Il conto degli sfollati è nell’ordine delle centinaia, e sono almeno tre i morti causati dalla tempesta. (the Weather Channel)

Dopo tre anni di porte girevoli alla Casa bianca, Donald Trump ce l’ha finalmente fatta: non ha più nessuno attorno che cerchi di fargli cambiare idea, ed è virtualmente incontrastato. Dalla guerra dei dazi al possibili attacchi contro l’Iran, il presidente ha completa mano libera — e certamente se ne approfitterà nella imminente campagna elettorale. (Politico)

Kasra Naji soppesa gli scenari che potrebbero — o meno – portare effettivamente ad una guerra tra Iran e Arabia Saudita. Di fronte alla chiara intenzione di Trump di tenersi quanto più possibile fuori dalla questione – preferendo lasciar guidare, e finanziare, il conflitto ai sauditi — le possibilità di Riyad sono piuttosto limitate, essendo impegnata anche sul fronte yemenita. (BBC News)

Sono emerse un’altra foto e un nuovo video che ritraggono Justin Trudeau in blackface. In totale, le due foto e il video ritraggono tre occasioni diverse. Il Primo ministro non ha dichiarato in quante occasioni abbia fatto blackface o brownface, e ha rinnovato le proprie scuse. (Global News)

Il primo incontro di Carrie Lam Cheng Yuet-ngor con la cittadinanza di Hong Kong si terrà giovedì prossimo. Potranno partecipare all’incontro 150 persone “sorteggiate casualmente:” possono iscriversi tutte le persone in possesso di una carta d’identità di Hong Kong. (Hong Kong Free Press)

Italia

Anche in Italia sono in programma manifestazioni e sit in in occasione della Settimana per il clima, che culminerà con lo sciopero generale di venerdì prossimo. Il manifesto ha intervistato Federica Gasbarro, animatrice del nodo romano di Fridays for Future, convocata il 21 settembre alle Nazioni Unite per partecipare al Youth Summit. (il manifesto)

Trasformismo, anno 2019, edizione seconda. Come procedono i lavori per la formazione di Italia Viva? Discretamente, pare: grazie al sostegno del Psi di Riccardo Nencini (sì), il partito riuscirà a formare un gruppo al Senato. (La Repubblica)

Se siete lettori di Hello, World! forse è fuori dalla vostra filter bubble: ma a destra va segnalata l’avventurosa iniziativa del presidente della Liguria, Toti, che ha appena fondato un movimento dal nome originale: “Cambiamo!” (Riviera time)

Intanto, a seguito di un’intervista indegna e offensiva a una donna vittima di violenza a Porta a Porta, Bruno Vespa sta passando un brutto quarto d’ora — anche l’AD della Rai, Salini, ha condannato i toni assurdamente patriarcali del giornalista. (Huffington Post)

Milano

La procura indaga nel mondo dei rider, secondo Repubblica: non solo sulle tematiche di diritto del lavoro su cui già si è discusso, ma anche su altri aspetti dello sfruttamento dei lavoratori in questione. (La Repubblica)

Cult

Impossible Burger, la marca di hamburger vegetariani che però sembrano davvero carne, inizierà a distribuire i propri hamburger in un numero di supermercati selezionati della California, con l’obiettivo di espandersi gradualmente in tutti gli Stati Uniti. (the Verge)

Questi dipinti ad olio di Jacob Brostrup mescolano natura e costruzioni umane in immagini iper dettagliate ma che restano completamente oniriche. (Colossal)

Immagine di Jacob Brostrup

Die Gute Fabrik e Akupara hanno lanciato Mutazione, un videogioco descritto come una “soap opera mutante” che racconta una storia commovente e intima di botanica e… mostri mutanti, disegnata a mano e ambientata apparentemente su un’isola al largo delle coste italiane, dove l’impatto di un meteorite ha trasformato radicalmente l’ecosistema. Il gioco è disponibile su PC, PlayStation4, e, se avete un iPhone, all’interno del nuovo servizio Apple Arcade. (Kotaku)

Immagine di Mutazione

Ambiente

I cieli statunitensi si stanno svuotando: secondo un’analisi pubblicata su Science il numero di uccelli negli Stati Uniti e nel Canada è diminuito del 29 percento in cinquant’anni: sono 2,9 miliardi di uccelli in meno. (the New York Times)

Mentre in tutto il mondo continuano gli scioperi per il clima, è importante capire perché l’Amazzonia brucia, e chi la fa bruciare — e perché se si continua così la situazione potrebbe avere un grave impatto sul cambiamento climatico. (Valigia Blu)

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Gif di AMPM

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