Il rumore del silenzio, la scoperta della sua importanza soltanto dopo che è sparito. È la storia di Michele Neri, pubblicata sul Corriere della Sera online, che ci racconta un’esperienza toccante. Un’esperienza che appartiene al 10% della popolazione. Quando quel fischio ha iniziato il suo interminabile giro, 8 anni fa, tutto è cambiato. La vita non è stata più la stessa, perché quando scatta questo tipo di problema non si resiste. L’orecchio è destinato a subire la violenza di un allarme perpetuo. Un allarme che è anche un insondabile mistero dell’udito. E chi lo subisce è costretto a farci l’abitudine, se non vuole cedere alla pazzia. Si tratta dell’acufene, un disturbo che non cessa mai.
Cos’è l’acufene
Intanto l’acufene non è una patologia, ma un sintomo aspecifico. È quel fischio che parte nel sistema uditivo e che non passa mai più, una volta attivatosi. L’acufene si sviluppa a causa di un danno all’interno della coclea, dove si trovano più di 12 mila strutture. Queste strutture sono deputate alla codificazione delle onde sonore, trasformando il suono in un segnale elettrico. Quando una di queste strutture si danneggia, si crea un rumore di fondo che può generare l’acufene. Un rumore che spesso veste i panni del fischio o del ronzio. E che non cessa più di tormentare chi lo subisce.
Come affrontare l’acufene
È sempre il caso di consultare uno specialista. In questo senso può essere utile il web, dato che ci sono diversi siti dove si possono trovare medici specifici. Uno di questi è iDoctors, grazie al quale è possibile cercare un otorinolaringoiatra nelle grandi città, ad esempio a Milano. Come si affronta questo problema? In primo luogo evitando i tappi nelle orecchie, perché il rumore viene da dentro e non dall’esterno (e inoltre possono anche acuire la problematica). Esistono anche dei percorsi riabilitativi che sfruttano il suono (detti TRT) per “rieducare” la centralina limbica. Qui lo scopo è insegnare al sistema uditivo a filtrare il fischio di fondo, e può risultare molto utile.
Altri consigli contro questo sintomo
Ogni terapia dev’essere sempre successiva alla diagnosi di un otorinolaringoiatra esperto, e mai frutto del fai da te. Perché esistono varie tipologie di acufene, e in certi casi possono dipendere da malattie proprie dell’apparato uditivo. Qui spesso si fa ricorso ai farmaci, o ad altre soluzioni come gli interventi chirurgici e gli impianti acustici. Altre cause possono essere le alterazioni a livello cervicale o mandibolare, e qui ovviamente cambiano i trattamenti. Da non sottovalutare l’aspetto psicologico, che può trovarsi alla base di un terzo tipo di acufene. Ad ogni causa, quindi, il suo trattamento consigliato da uno specialista. Perché lo studio del problema è sempre necessario per trovare un iter idoneo. Anche per l’acufene.