Dopo l’indagine svolta su Milano, continua l’analisi dei furti di biciclette in alcune delle città italiane più esposte a questo problema: Bolzano, Firenze, Padova, Roma e Torino.
Nel dicembre 2017 abbiamo mostrato che il furto di biciclette rappresenta un significativo elemento frenante per lo sviluppo della mobilità leggera, e come un’approfondita conoscenza del fenomeno sul territorio possa ridurne l’effetto deterrente.
Abbiamo quindi deciso di analizzare la situazione in alcune delle città italiane più esposte a questo problema: Bolzano, Firenze, Padova, Roma e Torino – cui si aggiunge Milano, per la quale abbiamo già svolto un’indagine complessiva.
Tra questi centri urbani, il più proiettato in direzione di una mobilità sostenibile è senza dubbio Bolzano.
Secondo il “1° rapporto sull’economia della bici in Italia” stilato da Legambiente, questo comune dell’Alto Adige possiede la più alta percentuale di frequent bikers, ossia di persone che utilizzano la bici come principale mezzo di trasporto in assoluto, pari al 13.6% degli occupati, mentre il 28% di tutti gli spostamenti degli abitanti avviene in bici.
Il merito è principalmente delle istituzioni, che hanno saputo riprogettare e ristrutturare l’urbanistica della città incentrandola sulle esigenze di spostamento della persona, e non dell’automobile.
Come racconta Fabio Martorano di FIAB, per incentivare la mobilità leggera non si è intervenuti solo a livello strutturale – costruendo ad esempio la cosiddetta “Ciclopolitana” (una sorta di grande anello di piste ciclabili che collega tutte le zone scolastiche, sportive e ricreative della città) — ma anche a livello gestionale, organizzando costantemente degli eventi, quali “Bolzano in Bici” e “Cicloconcorso,” pensati per avvicinare la popolazione all’utilizzo della bicicletta.
Grazie a questa avveduta gestione del territorio, nel giro di 10 anni le concentrazioni di particolato a Bolzano sono calate di oltre il 40% e la città è diventata una delle più virtuose per la qualità dell’aria, tanto che Legambiente l’ha inserita fra i capoluoghi di provincia più eco-friendly del 2017, al terzo posto dopo Mantova e Trento.
Tuttavia, per un principio di proporzionalità più o meno diretta, ad un elevato numero di biciclette in circolazione corrisponde un altrettanto considerevole problema di furti.
A provarlo è un dato semplicissimo: il numero di iscritti al gruppo Facebook dei cittadini in cerca del proprio mezzo sottratto, “Bici rubate Bolzano – segnalazioni”, una comunità virtuale che conta ad oggi oltre 2700 utenti – più di quelli del corrispettivo gruppo a Milano (circa 2600).
“A Bolzano il furto di bici è una piaga” – scrive un bolzanino in chat – “Vi sono due differenti fenomeni. Il primo riguarda le bici economiche, le bici vecchie e le city bike. È un genere di furto che si verifica in ogni quartiere, anche se ovviamente il centro è più a rischio. Nel secondo caso invece vengono prelevate bici di grande valore dalle proprietà private. I ladri ti adocchiano, ti seguono, ti aprono il garage o la cantina e rubano solo quello che gli interessa. Le bici di pregio sono prese di mira anche nelle località di villeggiatura, dove i malintenzionati attendono qualche turista distratto.”
“Fare denuncia alle autorità non serve a niente” – sbotta un altro – “è una perdita di tempo, una presa per i fondelli, e ho le prove! ho lasciato la mia bici parcheggiata fuori dalla questura per tot giorni dopo averne denunciato il furto e nessuno se n’è accorto. Le sembra normale?”
Abbiamo quindi deciso di raccogliere dati sulle circostanze in cui si sono verificati i furti inoltrando un apposito questionario alle vittime dei furti; poi abbiamo recuperato la cronologia dei post sul gruppo (ottobre 2014 – febbraio 2018) e abbiamo utilizzato le informazioni per generare una mappa con le zone più colpite della città.
Nota: Se si accede alla mappa da dispositivo portatile mentre si è loggati nel proprio account Google, la mappa viene automaticamente salvata nella sezione “Mappe” dell’app Google Maps. In questo modo rimane a portata di mano quando si è alla ricerca di un posto sicuro per parcheggiare la bici.
I cerchi rossi indicano l’area circostante al punto esatto in cui è stato compiuto il fatto — l’ipotesi di base è che il ladro fosse potenzialmente attivo e in agguato nell’area delimitata dal cerchio rosso.
Quanto più intensa è la gradazione di rosso, tanto maggiore il rischio di furto.
Alla scala 1:50.000 le due macro-aree urbane più interessate sembrano essere in primis il centro storico e secondariamente il quartiere Don Bosco, dove le due ruote sono sparite soprattutto in viale Europa (8 furti), via Milano (8 furti), via Cagliari (5 furti), e via Palermo (5 furti).
Ad uno zoom di 1:25.000 iniziano ad apparire in modo abbastanza nitido i luoghi più colpiti.
Al primo posto c’è la zona dell’università e del museo archeologico, al secondo un noto centro commerciale lungo l’autostrada A22, al terzo il Lido di Bolzano e infine i quartieri Gries – S. Quirino e Oltrisarco – Aslago.
Ciò che stupisce della distribuzione del rischio a Bolzano è la densità: i punti in cui sono avvenuti i furti sono piuttosto ravvicinati l’un l’altro, tanto che nessuna zona della città pare essere esclusa dal fenomeno.
Un altro fatto interessante è la diversa distribuzione del rischio nelle periferie a nord e a sud della città.
Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di bici rubate nella zona di via S. Virgilio, un po’ meno vicino alla fiera, ancora meno nei pressi dell’aeroporto e via via sfumando andando giù per via Maso della Pieve fino ad arrivare alla frazione San Giacomo e al comune di Laives, dove si sono registrati solo un paio di episodi.
A nord-ovest invece, nessuno ha ancora segnalato furti avvenuti al di là dell’Adige e di via Merano, né in prossimità di Frangarto, Riva di Sotto o Settequerce (i primi centri abitati che si incontrano ad ovest di Bolzano)
A parità di zoom, il rischio crolla a zero a distanza di poche centinaia di metri dagli isolati adiacenti via Resia e viale Druso, entrambe decisamente colpite dai furti.
La sensazione è che i ladri battano sistematicamente quest’ultima zona, seguendo il perimetro stradale.
Per quanto riguarda le altre statistiche, la modesta quantità dei dati raccolti non ci permette di mostrare dei grafici significativi, ma possiamo comunque affermare con un buon margine di sicurezza che l’antifurto più forzato sia il cavo, che i furti in luogo pubblico e in proprietà privata si ripartiscano più o meno 50 e 50, e che l’orario di maggior rischio sia compreso fra le 16.00 e le 22.00.
Altra particolarità del fenomeno a Bolzano è che le bici sottratte vengono molto spesso ritrovate in un altro punto della città.
Una semplice analisi semantica eseguita da The Submarine sui post del gruppo Facebook indica che la comunità virtuale parla di bici rubate e ritrovate in rapporto 10 a 1, da cui pare lecito pensare che ogni 10 bici rubate almeno una venga restituita al suo padrone.
Se verificata, si tratterebbe di una cifra piuttosto considerevole, basti pensare che a Milano ne vengono ritrovate solo una ventina al mese, contro le 18.000 che scompaiono ogni anno.
La consapevolezza che gran parte dei mezzi sottratti non escano dai confini urbani sembra aver influenzato anche la risposta dei cicloamatori, che utilizza il gruppo Facebook soprattutto per condividere foto di biciclette sospette (3 post su 4) nella speranza di ritrovarne il legittimo proprietario, piuttosto che per segnalare la scomparsa del proprio velocipede (1 post su 4).
L’attenzione degli utenti nei confronti dei mezzi di altre persone è verosimilmente il risultato della forte cultura della bicicletta presente a Bolzano.
Eppure, secondo quanto ci aveva indicato Bologna Bike Watch, potrebbe essere vero anche il processo inverso, ossia che il doversi confrontare col problema dei furti a livello individuale abbia spinto le singole persone a considerare questo mezzo di trasporto come un bene comune per la società.
Tuttavia, come sostiene lo scrittore e cicloattivista Federico del Prete, anche il “fattore egoismo” è importante nel prevenire il furto: le biciclette vanno legate in maniera intelligente, con un antifurto solido e completo, quale ad esempio la combinazione di U-Lock e cavo d’acciaio.
Al contrario, basta farsi un giro su Google Street Views nei luoghi più caldi della mappa e si incontrano decine di biciclette di pregio assicurate con dispositivi poco affidabili, biciclette che per di più risultano spesso legate solo a sé stesse, anziché a dei pali o delle rastrelliere.
È tutto dire ad esempio che nessuno dei partecipanti al nostro sondaggio avesse utilizzato l’archetto ad U, considerato generalmente come l’alternativa migliore.
Insomma, anche a Bolzano come a Milano, per ridurre i furti in luogo pubblico basterebbe semplicemente sensibilizzare la popolazione all’uso di antifurto adeguati alla situazione.
Per quanto riguarda invece i furti in proprietà privata, abbiamo contattato l’assessora all’ambiente di Bolzano, Maria laura Lorenzini, per chiederle se l’amministrazione stia valutando qualche strategia di contrasto particolare.
Lorenzini risponde che al momento si sta pensando di incentivare l’acquisto di biciclette usate risistemate dalle cooperative locali e che il Comune consiglia ai cittadini di eseguire la punzonatura sul proprio mezzo.
La nostra opinione è che bisognerebbe inoltre mettere in atto delle soluzioni mirate nelle aree più colpite, sulla base delle circostanze in cui si verificano i furti – informazioni che possono essere raccolte tramite il sondaggio che abbiamo preparato.
Tanto per dare un’idea, si potrebbe chiedere alle pattuglie di polizia attive nel centro storico di prestare particolare attenzione alle bici parcheggiate, soprattutto negli orari e nei giorni di maggiore rischio; oppure si potrebbe chiedere alla direzione del citato ipermercato di installare delle rastrelliere particolarmente robuste o un servizio di videosorveglianza per tutelare i velocipedi dei clienti; oppure ancora il Comune potrebbe incentivare l’acquisto di dispositivi GPS per residenti in possesso di biciclette di grande valore.
Senza dare troppo sfogo alla creatività, le istituzioni locali potrebbero utilizzare i propri canali social per spingere la popolazione ad utilizzare un valido antifurto, magari tramite un tutorial che spieghi come assicurare il proprio mezzo in maniera efficace ad un supporto fisso e resistente.
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Chiunque volesse aiutarci a raccogliere informazioni sui furti di biciclette a Bolzano e in provincia può partecipare al nostro sondaggio.
Abbiamo predisposto dei questionari per mappare il furto anche a Firenze, Padova, Roma e Torino.
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