Mike Shinoda (rapper, compositore e producer dei Linkin Park) ha confezionato un EP contenente 3 tracce intitolato Post Traumatic.
L’album, pubblicato lo scorso 25 gennaio da Warner Bros. e Machine Shop, è incentrato sull’elaborazione del lutto e sulla propria rinascita interiore.
La dipartita di Bennington è stata, con ogni probabilità, la fine degli stessi Linkin Park. Mike Shinoda, infatti, ha rivelato che i Linkin Park potrebbero anche continuare ma a patto che abbiano ancora qualcosa da raccontare.
Ognuno ha il proprio modo di affrontare le difficoltà. C’è chi crea intorno a sé stesso una bolla, una zona di comfort dalla quale non uscirà mai più, e chi salta nel vuoto e decide di cambiare le cose. Mike Shinoda ha scelto la seconda opzione, cambiare ancora. Hybrid Theory, il primo album dei Linkin Park, è stato l’esempio più lampante di cosa funzionasse nella loro chimica musicale, lo stesso per Meteora. Cosa ha fatto Shinoda arrivato successivamente a Minutes to Midnight (terzo album prodotto dal leggendario Rick Rubin)? Ha stravolto le carte e i Linkin Park, da band associata al panorama Nu metal / Crossover, sono diventati un prodotto non più catalogabile in alcun genere. Si sono tramutati nell’ibrido musicale per eccellenza, rinnovandosi — nel bene e nel male — senza mai diventare la maschera dei loro lavori passati. I Linkin Park avrebbero potuto produrre tanti altri album sulla falsariga di HT e Meteora ma non l’hanno fatto, si sono sempre messi in gioco, a costo di fallire.
La musica è uno sfogo creativo ed è così che Mike e Chester vedevano i Linkin Park, come il massimo esempio di libertà ed espressione.
Cos’è quindi Post Traumatic EP per Mike Shinoda e per i fan dei Linkin Park?
È la rinascita di un artista, di ciò che accaduto nei sei mesi dopo la tragedia, di come l’oscurità prende il sopravvento e sembra non lasciarti andare. Mike ha prodotto le canzoni, scritto i testi, montato, animato e diretto i tre videoclip. Un album colmo di domande e poche risposte, un artista alla ricerca del proprio percorso nella vita di tutti i giorni e di un nuovo posto, più che meritato, nel mondo della musica. Parafrasando la celebre Hoodie Weather dei Wonder Years: “Growing up means watching my heroes turn human in front of me”. Ed è ciò che succede a Mike in questo EP. L’artista si è messo totalmente a nudo nei confronti della propria arte, della musica e dell’ascoltatore, ha mostrato i propri demoni interiori – come nel pezzo Watching as i fall – e li ha sconfitti. In Mike albergano rabbia e rancore per la tragica morte di Chester e per le accuse rivolte da alcuni giornalisti e persone, che lo accusavano di sapere qualcosa in più sulla vicenda e di non parlare. Ha raccontato delle sue fragilità e dei i suoi dubbi. Ma non è finita: prima erano i Linkin Park ad essere un’ancora per i fan nei momenti difficili, questa volta sono stati proprio i fan ad aiutare Mike, a fargli forza. La fanbase ha dimostrato di essere una vera e propria famiglia per Mike che ha finalmente ripreso il microfono in mano ed è pronto ad affrontare un imminente tour.
Come fare per avere Mike Shinoda in Italia?
Shinoda ha lanciato una sfida insieme agli ambassador dei Linkin Park delle varie nazioni. Nel nostro caso dovete votare Milano come eventuale città per un live.
Ad agosto Mike Shinoda suonerà per la prima volta live — da solista — al Summer Sonic Festival in Giappone, festival a cui parteciperanno altri grandi nomi della musica come Nine Inch Nails e Queens of The Stone Age.
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