Lo scorso 17 novembre è uscito “D’amore d’autore”, il quarantesimo album di Gianni Morandi (73 anni). Qualche giorno fa il sempreverde cantante italiano è tornato con un nuovo singolo, che è un nuovo singolo di Gianni Morandi (non aspettatevi i Pop X). Quindi chi ha meno di cinquant’anni – verosimilmente proprio chi legge queste righe – probabilmente non correrà a comprarlo su iTunes.
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Però, c’è un però. Il brano è scritto da Tommaso Paradiso e lui si che quelli sotto i cinquanta, bene o male, li rappresenta. Nell’ultimo anno è diventato persino uno degli autori italiani più richiesti (e criticati). Allora il punto qual è? Il punto è che, polemiche e canzoni di Natale a parte, il pezzo scritto per Morandi sembra proprio un altro pezzo di Morandi, né più né meno. O meglio, sembra l’ennesimo pezzo radiofonico italiano. E non è che questo sia per forza un disonore, anzi tutt’altro, per Paradiso è manna dal cielo. Però la firma di un autore dovrebbe essere un marchio distintivo e allora, al posto di dire che canzone del cavolo, bisognerebbe chiedersi: avrei saputo riconoscere in questo testo la penna di Tommaso Paradiso? Non so voi ma per me la risposta è no. Ciò nonostante riconosco le affinità di gusti tra i due cantanti, partendo dagli anni ’80 e andando indietro nel tempo. Pensando al futuro, invece, questo pezzo non sembra – guarda caso – aggiungere proprio nulla di nuovo.