Il ricatto alla magistratura di Giorgia Meloni
Meloni torna ad attaccare la magistratura per rivendicare una libertà d’azione oltre i limiti dello stato di diritto. Tra le altre notizie: l’attacco dei ribelli M23 a Goma, in Congo; quanto ci costa l’elusione fiscale, e c’è un nuovo asteroide che potrebbe schiantarsi sulla Terra
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Giorgia Meloni, in un videomessaggio, si è lamentata di nuovo della fantomatica persecuzione della magistratura ai suoi danni. Motivo: la procura di Roma le ha inviato una comunicazione di iscrizione per peculato e favoreggiamento personale a causa di una denuncia nell’ambito del caso Almasri. Insieme a lei sono indagati i ministri Piantedosi, Nordio e il sottosegretario Mantovano. La denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti chiede “che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici” verso Almasri, “nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia.” Ci sono molti punti problematici dell’atteggiamento della presidente del Consiglio, a cominciare dal fatto che nel video sostenga di aver ricevuto “un avviso di garanzia” — che invece è un’altra cosa — per arrivare alla sua definizione di Li Gotti, “ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi.” L’accusa è surreale visto che prima di arrivare ad Italia dei Valori, non proprio un partito di sinistra, Li Gotti ha militato in Alleanza Nazionale e Msi. (Giorgia Meloni, via Facebook / Corriere della Sera / Today)