Il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza ha retto un’altra settimana
Continua lo scambio di prigionieri, mentre Trump rinnova le proprie minacce di intervento militare. Tra le altre notizie: il “discorso di Monaco” di JD Vance, la controversia con la Russia di Mattarella, e la guerra commerciale arriva a Taiwan

Nonostante le infrazioni dell’accordo per il cessate il fuoco delle IDF e delle autorità di Tel Aviv, e le tensioni internazionali scaturite dopo la minaccia da parte di Hamas di sospendere di conseguenza il rilascio dei prigionieri israeliani, il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza continua: oggi saranno liberati 369 detenuti palestinesi e 3 prigionieri israeliani, in quello che è il 6 scambio di prigionieri dall’inizio dell’accordo. Tra i prigionieri palestinesi ce ne sono 36 che erano stati condannati all’ergastolo, e 333 che erano stati catturati durante le operazioni di terra sulla Striscia nei mesi scorsi. Lo scambio di prigionieri è una nuova occasione per la Croce rossa, che sta chiedendo veementemente di poter accedere ai prigionieri di entrambe le parti, denunciandone le condizioni di salute difficili. Negli scorsi mesi sono state più volte documentate le torture e gli abusi sessuali a cui sono stati sottoposti i prigionieri palestinesi arrestati o catturati durante le operazioni militari. (the New Arab / al–Monitor)
La tenuta del cessate il fuoco dipende anche dalle azioni come sempre imprevedibili della Casa bianca di Donald Trump. Il presidente statunitense venerdì ha di nuovo adombrato pesanti azioni militari nel caso della mancata liberazione di “tutti” i prigionieri israeliani. Allo stesso tempo, Trump si è preso il merito della tenuta dell’accordo, dicendo implicitamente che erano state le sue minacce a far cambiare posizione alla leadership di Hamas. Il gruppo palestinese però sottolinea che deve esserci movimento sulla trattativa della seconda fase dell’accordo, che si spera inizi la settimana prossima: lo hanno confermato anche fonti anonime di AFP tra i mediatori di Egitto e Qatar che stanno seguendo la trattativa indiretta tra Tel Aviv e Hamas. (X / the Times of Israel / Barron’s)