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Il gruppo Wagner continua a condurre azioni offensive nella città – dove il conflitto si è impaludato ormai dalla scorsa estate — ma minaccia di ritirare le proprie truppe entro il 10 maggio, mercoledì prossimo

Secondo i ricercatori dell’Istituto per lo studio della guerra, un think tank legato all’industria della difesa statunitense, il ministero della Difesa russo avrebbe deciso di abbassare Bachmut nella propria scala di priorità, per prepararsi alla difesa dall’imminente e sbandierata controffensiva ucraina. La decisione sembra aver messo in una posizione particolarmente difficile Evgenij Prigožin, il leader del gruppo Wagner, che negli ultimi due giorni ha pubblicato una [serie](https://t.me/concordgroup_official/896;) di video in cui attacca con grande acredine il ministero della Difesa. Il gruppo Wagner continua a condurre azioni offensive nella città – dove il conflitto si è impaludato ormai dalla scorsa estate — ma minaccia di ritirare le proprie truppe entro il 10 maggio, mercoledì prossimo. In un video in particolare Prigožin torna sul tema della mancanza di munizioni, e accusa apertamente il ministero di essere responsabile della morte di miliziani del gruppo Wagner. La volontà di continuare l’offensiva a Bachmut lascia Prigožin isolato — non c’è bisogno di retroscena per capire perché l’esercito russo abbia interesse a conservare munizioni a poche settimane dall’inizio della controffensiva ucraina, che monta da mesi ormai. Non è chiaro se il gruppo Wagner intenda veramente ritirarsi dalla città, ma in entrambi i casi — sia per continuare il combattimento che per garantire la sicurezza della ritirata — i miliziani avranno bisogno di munizioni nei prossimi giorni.

Secondo il ministero della Difesa ucraino, l’esercito russo starebbe al contrario condensando le proprie forze attorno a Bachmut, in vista di un’ulteriore attacco — con l’obiettivo di conquistare con uno sforzo estremo la città in vista delle celebrazioni del 9 maggio, quando in Russia si celebra la vittoria contro la Germania nazista. In ogni caso, dopo mesi di combattimento, la vittoria o la sconfitta a Bachmut — un piccolo centro che prima della guerra ospitava 70 mila residenti — ha un valore più simbolico che strategico.

Continua, nel frattempo, il processo politico per la “russificazione” della Russia — il ministro dell’Interno ha presentato una bozza di legge che permetterà ai datori di lavoro di rimuovere il permesso di lavoro dei propri dipendenti migranti, ed introdurrà una più ampia supervisione amministrativa che sorvegli dove i cittadini di origini straniere vivano. Il ministero spiega che la legge è necessaria perché “le migrazioni illegali sono legate strettamente con fenomeni negativi come il terrorismo, l’estremismo, il traffico di umani e di droghe.” Giovedì le autorità di Mosca hanno fermato una sceneggiatrice e una regista teatrale per “giustificare il terrorismo” — la regista, Ženja Berkovič, sarà incarcerata per due mesi. Le due donne sono accusate per la messa in scena di uno spettacolo che raccontava la vita di alcune donne che avevano sposato uomini islamici e che si erano trasferite in Siria con loro. Lo spettacolo era stato già denunciato da fondamentalisti nazionalisti, secondo cui metteva in cattiva luce la Chiesa ortodossa e “giustificava” le azioni dei miliziani dell’ISIS.

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