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CC BY-NC-SA 3.0 IT presidenza del Consiglio dei Ministri

“Cooperazione non predatoria” è un concetto antistorico e razzista, che parte dal presupposto che i paesi africani dovrebbero accettare accordi bilaterali con un guadagno minimo

Meloni ha incontrato il presidente algerino Tebboune e i due hanno pubblicato una dichiarazione congiunta per “rafforzare ulteriormente le eccellenti relazioni,” rinnovando un trattato di amicizia e cooperazione e — soprattutto — firmando vari dossier di cooperazione energetica. Sono stati firmati quattro accordi tra aziende, inclusi due tra Eni e Sonatrach, la compagnia energetica nazionale algerina. Al momento l’Algeria è il principale fornitore di gas verso l’Italia, e l’Italia è il primo cliente algerino. Meloni, con un’alleanza solida con l’Algeria, vorrebbe trasformare l’Italia in un “hub” del gas algerino verso l’Europa — un progetto che ovviamente interessa molto a Eni.

Meloni, durante la conferenza stampa congiunta, ha sostenuto che “il nostro modello di cooperazione non è predatorio ma entrambi i partner devono essere soddisfatti e crescere.” Meloni ha anche dichiarato che “serve un Piano Mattei per l’Africa, su base paritaria con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, per trasformare le crisi in occasioni.” Ma in che cosa consisterebbe questo “Piano Mattei” — e cosa intende Meloni per “non predatorio”? Non è molto chiaro: una parte rilevante passa senza dubbio dal tentativo di trasformare l’Italia in un hub del gas — una proposta per ora molto vaga, di cui non sono immediatamente chiari gli interessi, né per l’Italia né per l’Algeria. Ci sono poi altri settori di collaborazione citati da Meloni: “Le infrastrutture, comprese quelle digitali, il biomedicale, le telecomunicazioni.” Come sottolinea Stefano Feltri su Domani, la “cooperazione non predatoria” è un concetto antistorico e razzista, che parte dal presupposto che i paesi africani dovrebbero accettare accordi bilaterali con un guadagno minimo. Esperimenti simili in passato sono già stati fatti — in particolare nell’ambito del solare, come peraltro previsto anche da uno degli accordi tra Eni e Sonatrach, ma non hanno funzionato, anche perché non c’è motivo perché questi stati si affidino ai paesi europei per espandere la propria produzione di energie rinnovabili, economiche e alla portata di tutti.

A proposito di carburante: stasera alle 19 scatterà lo sciopero dei benzinai. Per 48 ore consecutive le pompe di benzina — anche i self — resteranno chiuse per protestare contro l’atteggiamento del governo, che ha imposto di esporre il prezzo medio nazionale oltre a quello praticato dai distributori e addossato almeno una parte della colpa dell’aumento dei prezzi del carburante — dovuto quasi unicamente alla propria decisione di ripristinare le accise — ai benzinai stessi, colpevoli di fare i “furbetti.” Secondo le associazioni di categoria, “il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di trasparenza e zone d’ombra per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono.” Assoutenti e il Codacons, oltre che il governo, hanno chiesto di fermare lo sciopero, ma a questo punto le ore sono contate.

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