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A metà degli anni 2000 il modello da seguire era rigido e dannoso, basato sul dogma della magrezza: oggi va un po’ meglio, ma continuiamo a non aver bisogno di un canone a cui paragonare i nostri corpi

Dopo 14 anni di onorato servizio chiude il reality show della famiglia Kardashian. Ma com’è cambiato il canone della bellezza femminile in un decennio e mezzo? Anche grazie a Kim Kardashian ci è stato imposto un modello di forme artefatte e dalla perfezione irraggiungibile, sdoganando definitivamente la chirurgia estetica anche presso il grande pubblico — ma che almeno ha avuto il merito di spazzare via l’ossessione per la magrezza con cui siamo cresciute negli anni duemila. 

Oggi il canone viaggia sui social network, come TikTok, e la pressione per aderire a determinati modelli è ancora molto forte — l’esempio da seguire non è più la modella sul cartellone con la foto ritoccata, ma chi produce contenuti online, magari ritoccando in modo discreto le proprie immagini. Rispetto a quindici anni fa i nuovi social network e la cultura del body positive ha contribuito almeno a creare una maggiore consapevolezza dei rischi di un canone oppressivo, contribuendo a dare una voce anche a chi non si riconosce negli standard imposti o non è di origine europea. Ma abbiamo davvero bisogno di un canone di bellezza a cui paragonare i nostri corpi? (Ovviamente no.)

(A proposito: avete visto il video in cui Piton canta i My Chemical Romance per Natale? Bene, è il momento della vostra dose di nostalgia quotidiana.)

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