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In tutta Europa la politica cerca soluzioni all’aumento dei contagi senza ritornare alle restrizioni: ma è un campo ancora inesplorato — mentre i contagi e i morti aumentano

Ieri la Germania ha registrato 65.371 casi giornalieri. È il numero più alto dall’inizio della pandemia, ma probabilmente è sottostimato: il presidente dell’Istituto Robert Koch, Lothar Wieler, ha avvisato che moltissimi casi non sono stati conteggiati, durante un discorso che ha scosso la politica tedesca — il Welt lo definisce “incendiario.” Il presidente dell’Istituto in questi mesi si era fatto conoscere come una presenza calma anche nelle situazioni più dure, mentre ieri non ha nascosto la gravità della situazione: secondo Wieler la Germania va incontro a un “Natale molto brutto,” e ha definito la situazione attuale come “molto cupa,” preannunciando che se non si agisce in fretta il paese potrebbe arrivare a vedere 1.200 morti al giorno.

Ciononostante, il Bundestag ha deciso di non estendere le precedenti misure d’emergenza, preferendo inaugurarne di nuove, firmate dalla nuova coalizione tra SPD, Verdi e FDP. Tra le misure, c’è l’obbligo di regolamentazione 3G su tutti i posti di lavoro e sui mezzi — una misura analoga al nostro green pass, che permette l’accesso alle persone vaccinate (geimpft), guarite (genesen) o testate (getestet).

La decisione del parlamento tedesco arriva dopo una settimana di decisioni che si sono susseguite mentre la politica cercava un modo per limitare il contagio alternativo alle ormai classiche limitazioni alla circolazione. Si sta formalizzando, attraverso molti paesi europei e nell’invocazione dei governatori regionali italiani, un vero e proprio “modello bavarese” — che prevede livelli di restrizioni diversi, negando l’accesso a servizi e svaghi a chi ha test negativi ma non ha fatto il vaccino e non è guarito.

In questa puntata di TRAPPIST percorriamo rapidamente la situazione stato per stato: dove la campagna vaccinale ha incontrato più difficoltà, ora la situazione è proporzionalmente più grave: ma in tutta Europa la situazione è la stessa — i mesi persi all’inizio della campagna e le difficoltà nel gestire le terze dosi ora si fanno sentire.

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in copertina, elaborazione foto CC-BY-SA 4.0 Cezary p