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in copertina, l’Ilva di Taranto nel 2007 CC Le Benevole

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

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ArcelorMittal, la multinazionale indiana che dal 2018 controlla l’acciaieria ex Ilva di Taranto, ha annunciato ieri di voler rescindere il contratto d’affitto entro 30 giorni, mettendo a rischio il futuro dello stabilimento. La causa scatenante è sempre il braccio di ferro con il governo sull’“immunità penale” ai dirigenti dell’azienda, rimossa in extremis dal decreto “salva imprese.” L’ex Ilva dà lavoro a più di 10 mila persone (di cui oltre 8 mila solo a Taranto) e la sua chiusura, secondo una stima Svimez, provocherebbe danni per 24 miliardi al Pil nazionale. (il Post)

L’affitto avrebbe dovuto tradursi in una completa acquisizione nel 2020, in seguito alle operazioni di risanamento ambientale. La decisione di ArcelorMittal è stata comunicata con una lettera ai commissari straordinari del ministero dello Sviluppo Economico, in cui si cita “l’impatto irrimediabilmente dirompente” dell’abolizione dello scudo penale, ma anche lo spegnimento dell’altoforno 2, disposto dal tribunale di Taranto: i tempi per la sua messa in sicurezza vengono giudicati “impraticabili.” (il Fatto Quotidiano)

I sindacati, che parlano di una “bomba sociale” e “catastrofe industriale,” hanno convocato per questa mattina un consiglio di fabbrica unitario d’urgenza per decidere le prossime iniziative di mobilitazione, contro quello che definiscono “un ricatto” da parte della multinazionale. (TGCOM 24 / Corriere di Taranto)

In seguito a un vertice straordinario convocato a Palazzo Chigi, il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli ha detto che il governo non consentirà la chiusura dello stabilimento, ma “garantirà la continuità produttiva.” Le premesse per riavviare un confronto con l’azienda però non sono le migliori: secondo il ministro, la questione dell’immunità penale è solo una scusa, “una foglia di fico dove si sta cercando di nascondere il reale problema.” (LaPresse)

Sulla questione dello scudo penale è tutti contro tutti: Lega e Forza Italia chiedono chiarimenti al premier, e Italia Viva attacca la cancellazione dello scudo penale nel decreto Crescita del governo Conte 1 — in cui, se ricorderete, c’era anche Matteo Salvini. Ma il governo precedente aveva già raggiunto la decisione di reintrodurla: infatti, per bloccarne il ritorno è stato approvato un emendamento di Barbara Lezzi, che era stato votato anche dai senatori renziani. (il Fatto Quotidiano)

Per il Movimento 5 Stelle l’annuncio è l’ennesima bomba sotto la poltrona di Luigi Di Maio, che si vede ora costretto a difendere la linea dura del parlamentari che hanno voluto la cancellazione dello scudo penale — che, infatti, Patuanelli promette non tornerà. (la Repubblica, dietro paywall)

Al contrario, Conte sembra intenzionato a prometterne la reintroduzione. Resta da vedere, e si potrebbe interpretare così anche la mossa del presidente del Consiglio, se è veramente questa la ragione dietro la fuga di ArcelorMittal. Se il vero obiettivo è quello di mollare l’Ilva comunque — come esplicitato anche da Patuanelli — il tavolo della trattativa non servirebbe a nulla. (il Messaggero)

Potrebbe essere invece che Mittal non voglia a tutti costi mollare l’Ilva, ma che l’annuncio costituisca l’apertura di una trattativa a muso durissimo, per cercare di ottenere 4 o 5 mila esuberi. (HuffPost)

Ci portiamo dietro la crisi dell’Ilva ormai da sette anni, quando, nel 2012, l’acciaieria di Taranto fu posta sotto sequestro per gravi violazioni ambientali. Dopo il sequestro e il periodo di commissariamento — lungo sei anni, contando anche il percorso del bando internazionale — entra a Taranto ArcelorMittal, che assume 10 mila persone e pone i rimanenti 4000 lavoratori in amministrazione straordinaria. Per continuare su questo percorso, sembra che nei prossimi giorni il governo sarà costretto a nuovi compromessi. Una ricostruzione dell’intera vicenda, su Lettera43.

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Mondo

Le forze di sicurezza irachene hanno ucciso almeno altri cinque contestatori nella repressione violenta delle proteste. Come in casi precedenti, non si tratta di incidenti avvenuti nel contesto di scontri: gli agenti hanno semplicemente e direttamente aperto il fuoco contro chi protestava, usando proiettili veri. In scontri separati, a Baghdad, centinaia di persone sono state ferite da proiettili di gomma e gas lacrimogeni, mentre cercavano di superare la barricate che isolano la Zona Verde. I contestatori erano arrivati a 500 metri dagli uffici del Primo ministro, quando la zona si è riempita di guardie. (Al–Araby Al–Jadeed)

L’Iran ha superato un altro limite imposto dall’accordo sul nucleare stracciato dagli Stati Uniti: ora opererà il doppio delle centrifughe avanzate rispetto a quanto dettato nel documento. Oltre ad aumentare il numero, il paese sta utilizzando nuove centrifughe 10 volte più veloci di quelle consentite, e sta lavorando a prototipi 50 volte più veloci. In precedenza gli esperti davano all’Iran un anno per produrre uranio arricchito sufficiente per produrre un’arma atomica. Ora, se dovesse decidere di costruirla, potrebbe farlo più in fretta. (Al Jazeera)

Questo mese si celebra il 65esimo anniversario della Guerra d’indipendenza algerina: gli attivisti del paese chiedono che la Francia “riconosca i propri crimini di guerra, si scusi, e offra compensi.” Le proteste, che hanno già costretto il presidente Bouteflika a dimettersi lo scorso aprile, chiedono una rottura completa con la Francia, cancellando l’uso del francese in tutti i contesti culturali e politici, e riconoscendo nella Francia il responsabile ultimo della crisi economica in Algeria. (Middle East Monitor)

Il governo statunitense ha avviato ufficialmente le procedure per uscire dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Il processo di uscita richiede però un anno, e non sarà completato prima delle elezioni presidenziali del novembre 2020, aprendo alla possibilità di un’inversione di marcia all’ultimo minuto. Secondo il segretario di Stato Pompeo, gli accordi pongono “un peso economico non giustificato sulle imprese statunitensi.” In risposta alla fuoriuscita statunitense, Francia e Cina hanno annunciato che firmeranno un memorandum sull’irreversibilità dell’accordo. (the Guardian)

Colorado. L’FBI ha arrestato un uomo di 27 anni, che definisce “un noto suprematista bianco,” perché stava progettando di far esplodere una sinagoga a Pueblo. L’uomo, parlando con un’agente dell’FBI sotto copertura, aveva dichiarato che si stava preparando per una “guerra santa razziale.” L’agente aveva avvicinato il sospettato su Facebook perché aveva pubblicato una serie di post pubblici a favore di azioni violente e razziste. (NBC News)

Michael McKinley, ex consigliere di Mike Pompeo, dimessosi proprio all’inizio dello scandalo sull’Ucraina, ha contraddetto il segretario di Stato durante la propria deposizione alla Camera, sotto giuramento. Pompeo aveva dichiarato in un’intervista su ABC News che McKinley non aveva sollevato nessun problema sulla rimozione dell’ambasciatrice statunitense in Ucraina Marie Yovanovitch — una decisione diventata centrale nell’inchiesta. McKinley invece ha confermato che aveva sottolineato ben tre volte la necessità di pubblicare almeno un comunicato stampa sulla vicenda. (CNN)

Durante l’inaugurazione di un memoriale per le vittime del movimento terrorista Nationalsozialistischer Untergrund (Clandestinità Nazionalsocialista) — dieci nuove piante portate in uno spazio verde in centro a Zwickau — Angela Merkel ha annunciato che il governo si impegnerà per combattere il terrorismo di estrema destra: “Come nazione dobbiamo impegnarci perché la Storia non si ripeta.” A sottolineare l’urgenza di misure contro l’estrema destra si è svolta una protesta contro l’erezione del memoriale dall’altra parte della strada del centro, con neo–nazisti che accusavano il governo di “propaganda,” e chiedevano le dimissioni della cancelliera. (DW)

Il governo olandese ha fornito i dettagli di un attacco aereo condotto in Iraq nel 2015, che causò la morte di 70 persone, tra cui molti civili, donne e bambini. L’attacco era diretto contro una sospetta fabbrica di esplosivi dell’Isis, ma il bombardamento provocò la distruzione anche di molti edifici vicini. Sono almeno 1335 i civili uccisi negli oltre 34mila raid aerei condotti dalla coalizione internazionale contro l’Isis tra il 2014 e il 2019. (BBC News)

La polizia greca ha trovato 41 persone — vive — in un camion frigorifero che li stava portando in Europa. Si tratta dell’ennesimo caso che sottolinea il rischio enorme a cui sono costrette a esporsi le persone che cercano di raggiungere l’Europa. Circa un terzo dei migranti, di provenienza afghana, aveva sviluppato problemi respiratori, costretti nel trasporto frigorifero. Sette sono stati portati d’urgenza in ospedale. (the Guardian)

Italia

Due vigili del fuoco sono morti nell’esplosione di una cascina a Quargnento, nell’alessandrino. Un altro vigile è disperso. L’esplosione sarebbe avvenuta in una struttura disabitata, in seguito a un incendio di cui non si esclude una causa dolosa. (Rai News)

Da “i fischi non sono razzismo” a “è stato lui a provocare”: le quattro scuse più ridicole dei razzisti da stadio. (VICE)

Ambiente

L’acqua potabile in molte città canadesi contiene livelli di piombo superiori a quelli stabiliti dalle linee guida federali, e peggiori di quelli registrati a Flint, Michigan, teatro di una famosa crisi di approvvigionamento idrico. Un’indagine condotta in 11 città ha rivelato che più di un terzo di queste, inclusa Montreal, superano i livelli di piombo consentiti dalle norme nazionali. (Wikipedia / Globalnews.ca)

L’acqua di Flint, per riferimento:

Cult

Janko Roettgers rivela per Variety che Microsoft e Warner Bros hanno collaborato per testare una nuova tecnologia di dischi a lunga conservazione basati sul vetro. Il primo risultato è un disco contenente una versione da 70 GB del primo film di Superman. La tecnologia promette un medium più resistente per l’archiviazione dei file digitali, un problema profondo per la società contemporanea, che interessa particolarmente l’industria cinematografica e televisiva. (Variety)

Facebook, l’azienda, ha cambiato nome: si chiamerà ora FACEBOOK — sì, in caps lock. Facebook, il servizio, invece, manterrà il proprio marchio tutto minuscolo, diventando, di fatto, “Facebook by FACEBOOK.” L’operazione è un’evidente mossa preventiva mentre l’idea di un’azione di antitrust che smembri almeno le più recenti acquisizioni del colosso di Menlo Park si fa sempre più popolare. (NBC News)

Un video in esclusiva dietro le quinte del processo di rebrand:

La stampa occidentale racconta il sistema di “credito di cittadinanza” cinese — che assegna a ogni cittadino un punteggio in base a cosa acquista e quali servizi usa — come un meccanismo distopico. Ma come viene vissuto e raccontato all’interno della Cina? Sostanzialmente come il punteggio su un social network — come il karma di Reddit, ma grazie a cui si ottengono sconti — con frequenti articoli e guide su come accumulare punti senza spendere o fare troppa fatica. (Coda)

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