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Perché le piazze piene dei movimenti ecologisti non hanno un riferimento politico a cui guardare? È possibile sconfiggere la retorica dell’odio sui social network? L’abbiamo chiesto a Elly Schlein, europarlamentare uscente e co-fondatrice di Possibile, nella prima puntata della nostra serie di interviste dedicate alle elezioni europee.

Domenica 26 maggio si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, a 40 anni dalla sua prima elezione a suffragio universale. L’appuntamento è stato raccontato negli ultimi mesi soprattutto come uno scontro decisivo tra “europeisti” e “sovranisti”, in uno dei momenti più critici per la stabilità dell’Unione, non solo per la crescita di partiti e movimenti che ne mettono in discussione le premesse fondamentali, ma anche per l’enigma senza precedenti della Brexit, che renderà l’esito del voto di domenica ancora più incerto.

Nel frattempo, la campagna elettorale in Italia si porta dietro i soliti vecchi difetti: di Europa si parla poco e male, quasi sempre in riferimento a questioni di politica interna, con slogan generici e poche idee concrete. L’Unione europea fatica a scrollarsi di dosso l’idea che Bruxelles e Strasburgo sarebbero la sede di una grigia “eurocrazia” imperscrutabile, distante dai reali interessi e bisogni dei cittadini, e che votare per il Parlamento Europeo sia in fin dei conti inutile. Le generazioni più giovani vengono sistematicamente tagliate fuori dal dibattito e ingrossano le percentuali dell’astensionismo, nonostante le mobilitazioni trans-nazionali degli scorsi mesi e nonostante siano soprattutto i giovani, secondo i sondaggi, a riconoscere gli aspetti positivi dell’Unione.

Per raccontare queste elezioni da un punto di vista diverso, abbiamo scelto un luogo di osservazione privilegiato: Ostello Bello a Milano, che ospita decine di ragazz* da tutta Europa (e da tutto il mondo). Abbiamo parlato con alcuni di loro, per sapere se andranno a votare o no, e abbiamo intervistato una politica, una ricercatrice e un giornalista per aiutarci a capire la posta in gioco e i possibili scenari successivi al 26 maggio.

Nella prima puntata, parliamo con Elly Schlein, europarlamentare uscente e co-fondatrice di Possibile. Classe 1985, Schlein è tra i nomi più popolari e promettenti in area progressista, diventata famosa soprattutto per il proprio impegno nella proposta di riforma del Trattato di Dublino, di cui è stata relatrice per il gruppo S&D al Parlamento Europeo. Falliti i tentativi di formare un fronte unitario ecologista e progressista alla sinistra del Pd, Schlein ha deciso di non ricandidarsi, ma sta girando l’Italia per raccontare le battaglie fatte e quelle ancora da fare.

Nelle prossime puntate: parleremo con Rosa Fioravante, ricercatrice e teaching assistant all’Università LUISS, del perché sia così difficile immaginare un’Europa basata su premesse economiche diverse; e con Luca Misculin, giornalista del Post e autore del podcast Konrad, di come raccontare l’Unione europea in maniera più accessibile.

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Riprese: Elena Buzzo
Editing: Alessandro Massone


contenuto sponsorizzato da Ostello Bello

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