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Venerdì 20 aprile al Serraglio di Milano, zona Ortica, siamo stati al primo festival di MxM, Musica per Milano: tante delle più conosciute band milanesi (Pashmak, Les Enfants, Younger and Better) e qualche nome meno noto (Krano, Caso), con il dj set firmato Belize in chiusura. Abbiamo parlato con Edoardo Piron e Pietro Giorgetti, due dei ragazzi dietro al progetto, per saperne di più.

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Ciao ragazzi, che cos’è Musica per Milano?

MxM nasce a fine 2017 da una collaborazione tra Via Audio e la rivista online La Caduta, un free press che nasce per supportare e promuovere artisti della scena indie italiana che passano a suonare nelle migliori location per concerti di Milano. Lo scopo è raccontare il panorama musicale italiano partendo proprio da Milano, vista l’importanza che storicamente ha la città nel coltivarlo, parlandone direttamente con chi calcherà i palchi prossimamente, attraverso interviste esclusive redatte da La Caduta.

Il formato di questo cartaceo è abbastanza particolare.

Descrivere a parole la struttura del cartaceo viene un po’ difficile, ma ci proviamo: è un foglio A3 piegato in quattro, perché quattro sono gli artisti intervistati ogni volta. A ogni quarto di foglio corrispondono da un lato un ritratto illustrato originale che funge da copertina/locandina del concerto, dall’altro un’intervista composta di tre domande riguardo il pensiero dei musicisti in questione sulla scena milanese e sul loro rapporto con Milano.

Nel primo numero abbiamo ospitato Coez, Ex-Otago, Willie Peyote e Dargen D’Amico – nel secondo Cosmo, Fast Animals and Slow Kids, Ketama 126 e Carl Brave x Franco 126.

Oltre al cartaceo che distribuiamo in molti locali di Milano e “volantiniamo” ai live, creiamo anche materiale video after-show dei concerti che uniscono a immagini del live anche interviste fatte al pubblico.

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Avete già in cantiere progetti futuri?

Di sicuro continueremo con il cartaceo, inoltre dopo la prima serata del 20 aprile al Serraglio l’idea è proseguire con continuità a proporre musica ed eventi che seguano linee un po’ differenti dal solito.

Abbiamo scelto il Serraglio perché è un locale che ci piace molto, i ragazzi che lo gestiscono sono ben disposti e tengono davvero a quel che fanno. Pensavamo inoltre che per gli artisti stessi sarebbe stata una buona occasione, perché sapevamo che suonare su quel palco è un’esperienza particolare che non capita spesso e facilmente.

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Come siete arrivati a definire la lineup definitiva?

La line-up ha avuto una gestazione breve nella teoria e lunga nella pratica. Avevamo diversi punti fermi, che era riuscire a far suonare Pashmak, Younger and Better e Belize. Il resto è nato dalle volontà di me e Edoardo nel chiamare nomi diversi, nell’unire delle realtà che hanno un certo modo di fare e vedere le cose. Krano e Caso in questo senso sono l’altro lato della medaglia. Siamo stati contenti nel momento delle varie conferme ricevute, e venerdì c’era una bella atmosfera tra gli artisti: non conoscendosi tutti di persona, hanno avuto modo di ascoltarsi e ci vien da dire che sembra si siano create nuove connessioni.

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Bilancio?

Non avevamo aspettative per la serata di venerdì. Ci sembra che nel complesso sia andata bene perché c’era una bella situazione e i presenti sembrano essersi divertiti e aver apprezzato una serata del genere, con tante band tutte diverse e delle scelte che forse si discostavano dalle ultime tendenze. Provare a posizionarsi tra il marasma del venerdì del Fuorisalone milanese è stato un rischio con cui sapevamo di dover fare i conti. Ci sembra di aver fatto il nostro e, in qualche modo, qualcosa ce lo siamo portati a casa: senza dubbio direi la felicità di chi c’era a vedere e ascoltare, delle band che hanno suonato, dei ragazzi del Serraglio e dei nostri amici di Via Audio. Evviva.