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Sesta puntata di Tour Bus, dove girovaghiamo in giro per l’Italia dei festival, quella che esiste e produce da anni alcuni tra i vostri migliori ricordi estivi. Come fa da ormai 5 anni Apolide festival, fu ARFF, a Vialfrè in provincia di Torino (262 abitanti).

Descritto come “una vera e propria esperienza di vacanza culturale alternativa,” è uno tra i festival più completi, dove la musica è solo una parte di un tutto che comprende una sport arena, un relax garden, un market, e non uno bensì 3 camping. Abbiamo fatto qualche domanda a Salvatore Perri, organizzatore e responsabile della direzione artistica.

Perché “Apolide”? 

Perché Apolide è un non-luogo che per 4 giorni all’anno prende vita all’interno di un bosco piemontese, dove si ha la possibilità di lasciare indietro tutto quello che è lo stress che rincorre la nostra quotidianità e dove ci si può sentire completamente liberi, immersi in un ambiente bucolico lontano dalla vita reale. Apolide è la naturale prosecuzione di ARFF (Alpette Rock Free Festival), evento che, ormai 4 anni fa, si è trovato senza casa ad un mese dall’evento e che ha continuato ad esistere grazie ad un enorme sforzo. Da qui, la A dell’acronimo è diventata ufficialmente Apolide.

Apolide è uno stato mentale. È una visione, un progetto che dal 2004 esiste, resiste, si trasforma ed evolve. Il Festival inteso come esperienza a 360°, come vacanza da vivere per 72 ore consecutive all’interno di una splendida area naturalistica attrezzata nei boschi, nel piccolo comune di Vialfrè, a 20km da Torino. Apolide è il Festival pensato per un pubblico eterogeneo, composto da ragazzi di ogni età, da giovani famiglie, da pubblico adulto amante della musica e pronto a scoprirne di nuova in ogni momento. La volontà, in questo lungo percorso, è sempre stata quella di non lasciare indietro nessuno e allargare ogni anno il nostro pubblico. Per questo motivo la proposta è variegata: musica dal vivo, djset, spettacoli, reading, sport, workshop, attività olistiche, market, circo, campeggi e tantissimo altro ancora.

Il ricordo più bello dall’ultima edizione 2016? 

Sai, lo scorso anno il Festival ha fatto un passo avanti veramente importante, introducendo un biglietto di entrata. Quello che sarebbe potuto diventare un limite si è dimostrato essere la scommessa vinta più grande di sempre. Una grandissima sorpresa: il pubblico, anziché diminuire, è aumentato ed è qualitativamente migliorato. Su queste basi abbiamo trovato l’energia e costruito tutta l’operazione 2017. Il ricordo più bello di ogni edizione, invece, sta negli occhi del nostro pubblico ammaliato dall’atmosfera che il Festival ha costruito e che riesce a trasmettere in quell’istante e in quel luogo. Lo scorso anno sono state oltre 10.000 le persone che hanno voluto vivere l’esperienza Apolide insieme a noi. È in quegli occhi che troviamo la forza per andare sempre avanti, una forza che cresce e pare inarrestabile.

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Jain sul Main Stage di Apolide 2016

Di quale parte di Apolide siete più orgogliosi?

Abbiamo una famiglia di volontari senza cui nulla sarebbe possibile, un gruppo di persone che annualmente cresce e si responsabilizza. Quasi 200 persone portavoci prima di tutto di un messaggio, e successivamente aiutanti di un grande progetto collettivo. Il recruiting è cominciato con un semplice passaparola molti anni fa, oggi invece abbiamo un’unità dedicata che lavora tutto l’anno sull’organizzazione e sulla logistica e che gestisce le tantissime richieste spontanee che arrivano anche da perfetti sconosciuti che vogliono vivere l’esperienza con l’ARFF STAFF. Loro sono senza alcun dubbio il nostro orgoglio più grande, che va a unirsi all’idea di aver portato nei boschi piemontesi, da quasi 15 anni, circa 300 progetti artistici, 50 dei quali si esibiranno in questa edizione.

Com’è l’organizzazione del festival in un’area naturale? 

Organizzare un festival in un bosco è molto complicato. Bisogna tenere conto di ogni piccolo particolare per poter ospitare numeri importanti di pubblico in un evento non-stop. Pensate ai servizi per il pubblico, che sono la base di partenza per organizzare una manifestazione di questo tipo: i campeggi, l’elettricità, i servizi igienici, le docce, le aree ristoro, i servizi all’accoglienza, la sicurezza, gli artisti. Lavoriamo dodici mesi all’anno per garantire un’esperienza positiva. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarci di nulla.

Foto di Vincenzo Lerose
Foto di Vincenzo Lerose

Ci raccontate le particolarità dei diversi stage? 

Il Main Stage propone gli artisti principali della line-up e i djset fino a tarda notte: quest’anno PUBLIC SERVICE BROADCASTING (UK), EX-OTAGO, TIGGS DA AUTHOR (UK/TZ), XIXA (USA), DENTE, WARHAUS (BE), WILLIE PEYOTE, DARDUST, POPX e tanti altri ancora.

Il Boobs Stage è il palco che suona sin dal mattino fino a tarda notte e che propone un ambiente più intimo e raffinato: presentazioni di libri (LUCA BIANCHINI e GIADA SUNDAS), concerti a colazione (NEVERWHERE, LOSBURLA, KARIN & THE UGLY BARNACLES), live pomeridiani (OLD FASHIONED LOVER BOY, THE SPELL OF DUCKS, SANTELENA) e serali (MOOD, ATLANTE, DEIAN E LORSOGLABRO, ORIONE), djset, spettacoli teatrali e attività per i più piccoli.

Il Soundwood Stage è la piccola gemma elettronica di Apolide incastonata nel verde della natura che proprio dall’ambiente circostante trae ispirazione per le sue sonorità. Quest’anno siamo lieti di annunciare i primi nomi internazionali con OTTER dalla Francia, SUB_MODU, italiano espatriato da tempo in Germania, gli italianissimi FILOQ, BREEZ, RISICO e tanti altri artisti che dal mattino a tarda notte animano l’area più danzereccia del Festival.

Foto di Diego Dentale
Foto di Diego Dentale

Com’è l’organizzazione dei tre campeggi? 

Abbiamo diverse aree camping pensate per i diversi segmenti di pubblico e per le diverse esigenze di ognuno di noi. Il Joongla camp è il campeggio ad un passo dai palchi dedicato ai più giovani e pronti a tutto, per quelli che non vogliono perdersi nemmeno una nota anche dalla propria dimora nel bosco.  Il Quite Camp, lontano dal centro di Apolide, è pensato per chi desidera stare un po’ più tranquillo e godersi le vacanze, ma senza rinunciare alla musica, raggiungibile in pochi minuti a piedi. La vera novità di quest’anno è il Family Camp, un luogo pensato per offrire un servizio dedicato alle famiglie con piccole ma importanti facilities che possano permettere ai giovani genitori di continuare a vivere la manifestazione.

Quanto alle implementazioni, non ci siamo mai fermati e procederemo nella direzione di aggiungere costantemente nuove proposte e nuovi servizi. Il nostro messaggio è sempre lo stesso: tu #prendiferie e vieni a scoprire il lato selvaggio della tua vacanza estiva. Al resto ci pensiamo noi!

Ultimo album ascoltato di un artista che NON verrà ad Apolide?

In questo preciso istante, mentre rispondo con queste parole, sto ascoltando “Play” di Moby. Un disco seminale, della fine del millennio scorso (1999). Un disco di una modernità incredibile. Un capolavoro senza tempo che ho riscoperto nell’ultimo periodo e che ascolto con grandissimo piacere. Penultimo album, invece, “Notion” di quel talento chiamato Tash Sultana.

L’Apolide Festival si svolgerà dal 27 al 30 luglio 2017 a Vialfrè (TO).