L’album d’esordio di Carl Brave x Franco 126, Polaroid, è una raccolta di cartoline romantico-malinconiche tenuta assieme da una narrazione fittissima di nomi e dettagli e condita con una buona dose di auto-tune.
È rap? È pop? È entrambe le cose. Le dieci tracce ammiccano allo studente universitario fuorisede, a quei ventenni che nell’ultimo anno si sono appassionati ai testi nostrani di autori improvvisamente sbocciati e baciati dalla popolarità come Calcutta. Polaroid è un disco fascinoso che strizza l’occhio alla gioventù un po’ scazzata e un po’ giramondo, quella sognante del venerdì sera da Boiler Room e Spotify. Tanto storytelling da portarsi nelle cuffie a spasso per la città, da ascoltare in sella a una bici (ok, non si dovrebbe fare ma ci siamo capiti) magari dopo il tramonto, soprattutto se si hanno meno di venticinque anni. Loro, Carl Brave X Franco 126, ci erano stati segnalati da Gazzelle (anche lui romano) durante la nostra chiacchierata prima del concerto di Milano e oggi, finalmente, credo di aver capito il perché.
Iniziare da: Sempre in due, Noccioline, Pellaria.