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Theresa May ha appena annunciato che giovedì 8 giugno si terranno nuove elezioni nel Regno Unito. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa a Downing Street, abitazione del Primo Ministro britannico, ed è una sorpresa anche per i commentatori inglesi.

“Quando sono arrivata alla guida del paese c’era bisogno di stabilità,” ha dichiarato May, “e sono riuscita a garantirla. Ora il Regno Unito è sulla strada per la Brexit, e non si può tornare indietro.” Sulla Brexit, comunque, sarà probabilmente incentrata la — brevissima — campagna elettorale.

La stabilità e la concordia nazionale sono proprio le principali motivazioni di questa chiamata alle urne, secondo quanto ha dichiarato la stessa Theresa May. “E’ con riluttanza che convoco queste elezioni, ma le affronterò con determinazione. Darò al paese la leadership forte di cui ha bisogno.” In particolare, May ha sottolineato che “se non ci saranno elezioni ora, il gioco delle parti” tra le varie forze parlamentari britanniche continuerà, indebolendo la posizione del Regno Unito nelle delicate e caldissime trattative per il divorzio dall’Ue.

Questa potrebbe essere davvero l’ultimissima possibilità di   Fermare l’uscita del paese dalla comunità europea, nonostante le procedure necessarie per la separazione siano già ben avviate. Lo scorso 28 marzo, Theresa May aveva consegnato al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk la lettera per la notifica dell’articolo 50 del trattato di Lisbona, uno dei passi più importanti per lasciare l’Ue.

Anthony Corbyn, segretario del partito laburista e principale leader dell’opposizione, ha appena dichiarato che condividono la scelta di May e che, dunque, si andrà a votare. Corbyn ha sempre mantenuto un atteggiamento ambiguo riguardo alla Brexit – la sua mancata presa di posizione contro di essa, nei giorni successivi al referendum, era stata additata da alcuni commentatori come una delle cause della vittoria del sì. Non è affatto scontato, dunque, che il suo partito prenderà posizione contro l’uscita dall’Ue, o che dichiarerà di volerla fermare nel caso riuscisse a raggiungere il potere: il comunicato emesso dalla segreteria del partito è piuttosto vago.

Le forze più sinceramente europeiste, invece, si stanno già mobilitando – Tim Farron, segretario del partito liberal-democratico, è stato tra i primi a commentare la decisione di May di tornare alle urne: “queste elezioni sono la nostra opportunità per cambiare direzione al paese. Se si vuole evitare una disastrosa Brexit, solo i Libdem possono evitare una maggioranza conservatrice.”

Il Libdem, comunque, è un partito piuttosto piccolo che non può competere con le principali sigle della politica britannica. Se il partito laburista dovesse schierarsi a favore della Brexit, si aprirebbe un larghissimo spazio politico per una forza contraria alla decisione emersa dal referendum dell’anno scorso, che però ancora non si vede chi potrebbe sfruttare in modo efficace.

 

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