Cammino virtuale? Reduci? Una guida essenziale alla lettura del primo post sul nuovo blog di Matteo Renzi.

Renzi è tornato. O, almeno, è tornato a farsi sentire in rete, dimostrando di essere ancora vivo e proattivo: qualche ora fa ha pubblicato su Medium il primo post del suo nuovissimo blog, uno spazio da cui sembra aver intenzione di far ripartire il proprio rilancio. Cerchiamo di capire cosa ha scritto Renzi nel suo esordio da blogger — molte cose interessanti e alcune bellissime.

Il post in sé è tutto costruito su una formula vagamente inquietante — “il futuro ritorna”.

Il futuro, prima o poi, torna. A noi il compito di costruirlo, non solo di aspettarlo.

E si apre con una metafora scoutista, non proprio il modo migliore per provare a risciacquare un po’ la sua immagine arrugginita dal referendum.

Chi è cresciuto con l’esperienza scout sa che il modo più bello è mettersi in cammino. (…) Ma è anche il cammino virtuale e condiviso di una comunità.

Che cos’è un “cammino virtuale”? La versione Xbox del Cammino di Santiago? Il sogno di un politico fermo agli anni Novanta? Il futuro incarico di Paolo Gentiloni?

Fin da queste prime righe il post si rivolge molto alla comunità dei suoi elettori più convinti, in un modo piuttosto chiuso e quasi familiare: è un testo destinato ai suoi fedeli, che sono ancora preoccupati per come Matteo ha passato le feste. Non è un post di propaganda, è un conteggio dei vecchi compagni di lotta. Forse anche Renzi si rende conto di aver calcato un po’ la mano in proposito, perché più o meno a metà precisa che —

Questo Blog non è pensato per i reduci.

Ferisce più il referendum che la spada.

Non si ha una bella impressione, a leggere il post. La retorica di Renzi è simile a quella a cui siamo sempre stati abituati, ma nonostante i continui inviti a guardare avanti, a procedere verso il sol dell’avvenire il futuro che innegabilmente sorriderà a lui e all’Italia che riparte, c’è qualcosa di rancoroso nella sua scrittura, qualcosa di passivo-aggressivo.

Noi siamo fieri dei nostri mille giorni. Ma, ragazzi, anche basta. Quello è il passato, ormai.

La maggior parte del post è occupata dall’elenco dei meriti del proprio Governo. Renzi si dichiara pronto a ripartire e a discutere in questo blog anche con chi ha votato No in modo costruttivo, ma in tutto il testo non si trova un accenno sostanziale al tentativo di riforma o al referendum stesso. Questo conferma che il post sia rivolto al proprio cerchio di elettori, senza provare a guardarsi intorno: e soprattutto, senza impostare un serio ragionamento sulle cause della sconfitta.

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Un atteggiamento molto pericoloso. Perché Renzi con questo post lascia trasparire di non aver capito nulla e di essere convinto ancora di aver ragione — e di poter vincere alle elezioni, che in ogni caso saranno tra massimo un anno — semplicemente piacendo ancora alla gente. Renzi si è assunto la responsabilità della sconfitta, ma non riesce ancora ad affrontarne lucidamente il perché:

La sconfitta al referendum ci ha fatto male, vorrei vedere il contrario. Con le riforme, volevamo un Paese più semplice e più forte: è andata male. Volevo tagliare centinaia di poltrone e alla fine l’unica che è saltata — come era giusto e doveroso che fosse — è stata la mia. Ma anche quella sconfitta appartiene al passato. E ci sono milioni di italiani, milioni, che hanno votato “sì” e che vogliono vedere tornare il futuro.

Tradotto: la prima volta ci è andata male, la prossima vedrete che andrà bene. Renzi sembra aver intenzione di ripresentare tutto “il futuro” al Paese senza cambiarlo di una virgola, e di metterlo in atto una volta tornato al potere.

Se fossimo Gentiloni, dopo questa mossa inizieremmo a legarci alla poltrona con corde molto strette. È difficile non vedere tutta l’operazione come una “discesa in campo” dopo il purgatorio post-referendum — purgatorio, in realtà, che è stato piuttosto breve: nemmeno due mesi — destinato a terminare del tutto nella sua riproposizione come leader del PD e candidato Premier. Ma perché Renzi ha scelto proprio di aprire un blog?

Renzi ha perso il referendum perché ha fallito a conquistare il voto dei giovani: ed ecco che riparte da internet, il regno di quegli under 35 che vuole sedurre di nuovo dopo averne deluso, a quanto pare, una fetta molto ampia. Del resto, di ripartire da internet aveva parlato anche in un’intervista a la Repubblica di qualche giorno fa.

Se Renzi intende davvero riconquistare l’elettorato giovanile facendo concorrenza a Grillo sul piano dell’esposizione online, però, è destinato a perdere in partenza: il blog di Grillo infatti è una piattaforma pensata per elettori di mezza età, una categoria di elettori presso la quale in realtà Renzi va piuttosto forte: se vuole davvero puntare ai giovani, Renzi farà meglio a cambiare strategia, o quantomeno piattaforma online.

Ma soprattutto, se vorrà vincere le prossime elezioni senza farsi divorare dalla macchina populista di Grillo, farà meglio a pensare seriamente a un’analisi della sconfitta più matura di un finto castigo durato solo due mesi, dando per scontato che la prossima volta gli italiani lo troveranno ancora simpatico e saranno disposti a votarlo con stampato sul volto —

Un sorriso.