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Benvenuti in un nuovo episodio di Arabeshi
Anche l’articolo di oggi si ricollega a quello di qualche settimana fa che presentava i cinque pilastri dell’Islam. Infatti, il mese di Ramaḍān è direttamente connesso al precetto del “digiuno” o صوم ṣawm e adesso scopriremo in che modo.
Il mese di Ramaḍān رمضان è il nono mese del calendario lunare seguito dall’Islam. L’era musulmana viene fatta cominciare dall’anno di emigrazione di Muḥammad dalla città di La Mecca a quella di Medina. Questo passaggio, indicato col termine الهجرة al-hijra, ovvero “emigrazione, Egira,” fu causato dalla resistenza esercitata dall’aristocrazia meccana al crescente aumento di conversioni alla fede musulmana, in quanto essa si sentì minacciata dal nuovo credo religioso, temendo di perdere il proprio privilegio sociale e inevitabilmente per i musulmani segno l’inizio di una nuova era. Nel calendario cristiano il primo giorno del mese di Muḥarram المحرم del primo anno dell’Egira, giorno di inizio del calendario islamico, corrisponde al 16 luglio 622 d.C.
L’anno musulmano è costituito da 354 giorni, suddivisi in 12 mesi lunari della durata di 29 o 30 giorni ciascuno e, nell’arco di 30 anni, l’anno bisestile di 355 giorni si presenta 10 volte con un’alternanza di due o tre anni, secondo un particolare calcolo. In quanto calendario lunare, il giorno non viene fatto cominciare a partire dalla mezzanotte ma dal crepuscolo, quando tramonta il sole e sorge la luna.
I dodici mesi dell’anno islamico sono:
– المحرم Muḥarram
– ضفر Ṣafar
– ربيع الأول Rabi’ al-Awal
– ربيع اللآخر Rabi’ al-Akhar
– جمادى الأول Jumāda al-Awal
– جمادى الآخرة Jumāda al-Ukhra
– رجب Rajab
– شعبان Sha’bān
– رمضان Ramaḍān
– شوال Shawāl
– ذو القعدة Dhu l-Qa’da
– ذو الحجة Dhu l-Hijja
Il mese di Ramaḍān, originariamente , doveva cadere in estate, visto che il suo significato letterale è “mese torrido”, infatti, nel primissimo periodo della predicazione del Profeta, il calendario lunare non era ancora stato codificato in modo definitivo e, come abbiamo visto per altri aspetti del culto musulmano delle origini, i riti scaturivano o somigliavano molto a quelli della cultura araba pre-islamica o, come in questo caso, a quelli delle religioni monoteiste pre-esistenti: il digiuno cominciò a diventare una pratica diffusa, quando, giunto a Medina, il Profeta iniziò a codificare le pratiche di culto con maggiore perizia, proponendolo come alternativa al digiuno ebraico, con funzione purificatrice e mistica di glorificazione di Dio. Una volta adottato il calendario lunare, al quale, però, il Profeta decise di togliere il mese intercalare al quale si ricorreva per far corrispondere le stagioni del calendario solare con il calendario lunare, il mese di Ramaḍān non cade più nello stesso periodo dell’anno, se non con un intervallo di 33-34 anni.
La scelta di compiere il digiuno proprio nel mese di Ramaḍān ricade sul fatto che numerosi sono stati gli avvenimenti importanti nella vicenda profetica che hanno reso questo un mese venerabile; le ricorrenze principali sono state la rivelazione del Testo Coranico nella “notte del destino”, ليلة القدر Layilat al-Qadr, ovvero quella tra il 26 e il 27 del mese di Ramaḍān del 610 (d.C.) e il grandioso trionfo del Profeta sulla città de La Mecca nel mese di Ramaḍān del 630 (d.C.) quando Muḥammad riconquistò la sua città di origine, dopo essere emigrato a Medina nel 622 (d.C.).
Proprio per l’importanza degli avvenimenti che hanno avuto luogo in questo mese sacro, tutti i musulmani, tranne eccezioni particolari come i vecchi o i malati e poche altre categorie, sono tenuti a compiere il digiuno e ad astenersi dal bere e avere rapporti sessuali, dall’alba al tramonto, con lo scopo di distogliere la mente da se stessi per rivolgerla completamente a Dio. Il mese di Ramaḍān fornisce l’opportunità al musulmano osservante di riportare equilibrio tra la sua dimensione corporea e quella spirituale, oltre ad avere il valore morale di predisporre chi può alla carità e ad aiutare il prossimo e, infine, a insegnare un valore molto importante nella cultura araba beduina, la pazienza o autocontrollo, صبر (ṣabr).
Il mese di Ramaḍān si chiude con una celebrazione che dura tre giorni denominata ‘Id al-fiṭr عيد الفطر, ovvero “festa della rottura del digiuno”, anche detta “piccola festa,” per distinguerla dalla “grande festa” celebrata nel mese del pellegrinaggio, molto sentita e partecipata dai musulmani, i quali si riuniscono per stare insieme in famiglia, a conclusione di un mese all’insegna della socialità e della condivisione.