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In un tweet l’Assessore alla Partecipazione, cittadinanza attiva e open data del Comune di Milano Lorenzo Lipparini ha annunciato ieri la pubblicazione di nuovi dati sull’occupazione in città, presso il portale del Sistema Statistico Integrato del Comune.

Analizzando l’andamento dei dati dal 2008 ad oggi è possibile evidenziare una lenta ripresa dopo il baratro tra il 2011 e il 2014.

È tuttavia importante sottolineare che le variazioni annue sono per natura lievi, e non sarebbe responsabile anticipare un cambiamento di andamento con un solo punto di snodo.

Contattato da The Submarine, Lipparini ha commentato circa l’importanza vitale della trasparenza dei dati nell’amministrazione:

“La pubblicazione dei dati socio-economici relativi alla città di Milano, la loro accessibilità e fruibilità, rappresenta un fattore di conoscenza cruciale tanto per l’amministrazione quanto per gli stakeholder istituzionali e i cittadini.

Il portale Open Data del Comune di Milano offre già un patrimonio di informazioni notevole, che si rivela prezioso per studiosi, analisti, soggetti istituzionali.  Il nostro obiettivo è valorizzarlo, favorendone la diffusione anche presso un pubblico non specialistico. La conversione del dato tabellare in forme grafiche e interattive, ad esempio, potrà agevolarne la comprensibilità e di conseguenza anche la più capillare diffusione presso platee civiche più ampie delle attuali.”

Il totale è a 7,4, rispetto a 8,4 l’anno scorso e 4,2 nel 2008.

Interessante il dato sulla popolazione straniera: il tasso di disoccupazione resta stabile (9,3 l’anno scorso, 9,2 quest’anno), mentre cala più significativamente quello relativo alla popolazione italiana (6,8 contro 8,1).

Sebbene comunque estremamente grave, il problema della disoccupazione su Milano — e nel Nord Italia — resta vagamente più contenuto che a livello nazionale, dove, seppure in diminuzione per il secondo anno consecutivo, la disoccupazione rimane all’11,9% per la popolazione italiana e al 16,3% per i cittadini stranieri.

I dati mostrano un netto aumento degli impieghi part-time. In questo caso, la sproporzione tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri è ancora più vistosa — a riprova che la precarietà colpisce più duramente le fasce più deboli della popolazione: 17,1% contro 46,9%.

Abbastanza stabile la percentuale di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, solo in lieve flessione nella fascia più giovane:

Crescono di nuovo, anche se leggermente, gli occupati con posizione indipendente in tutte le classi di età.


infografiche di Sebastian Bendinelli