“Un signore anziano sull’autobus mi ha afferrato i genitali, poi mi ha sorriso. Avevo 12 anni.”

 

https://twitter.com/kellyoxford/status/784541062119456769

 

“Ero al college, in un vagone della metropolitana pieno. Ho sentito un uomo premere la sua erezione sulla mia gamba.”

 

“27 anni. Un collega il suo ultimo giorno di lavoro mi stringe il seno in ascensore, dal momento che non poteva essere licenziato, cit.”

 

https://twitter.com/xxlnw/status/784808548991512576?ref_src=twsrc%5Etfw

Venerdì 8 ottobre il Washington Post ha pubblicato un video del 2005 in cui possiamo ascoltare Donald Trump vantarsi con eleganza del suo diritto, in quanto star, di afferrare le donne per i genitali senza il loro consenso.

Per tutta risposta lo stesso giorno l’autrice canadese Kelly Oxford ha invitato le donne di Twitter a condividere le proprie esperienze di molestie sessuali, cominciando con la sua.

Da quel momento le storie, raccontate attraverso l’hashtag #NotOkay, si sono moltiplicate a ritmi sostenuti. La Oxford afferma “Mi sono arrivati tweet per 14 ore di fila, con un minimo di 50 al minuto”.

Così le testimonianze di abusi subiti dalle donne quotidianamente affiorano dalla superficie del web, già increspata, se non agitata, dal #pussygate.

#NotOkay è un modo per sensibilizzare, per strappare dalla normalità episodi che di normale non hanno niente. Che non sono, come ha cercato di camuffare Trump, “chiacchiere da spogliatoio,” o una distrazione dai problemi del Paese. Sono manifestazioni di sessismo ai limiti dell’abuso, provenienti da un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, che, se liquidate, legittimano una cultura in cui la violenza sessuale viene giustificata o sminuita.

Non tutto il partito dell’elefante però ha potuto far finta di niente: tra i più illustri c’è chi ritira il proprio endorsement, come il Senatore John McCain, chi suggerisce caldamente a Trump di ritirarsi, come l’ex Segretario di Stato Condoleezza Rice, e chi non riesce più a difenderlo, come il suo candidato alla presidenza Mike Pence.

A gettare la spugna c’è anche una delle parodie di Trump su Twitter:

https://twitter.com/ArtHouseTrump/status/784585177846652928?ref_src=twsrc%5Etfw

“A dire il vero Donald Trump non è così divertente. Non so neanche più cosa ci faccio con questo account.”

Nel frattempo Melania lo ha perdonato e Ivanka se ne tiene fuori twittando ricette di pizza coi broccoli.