A volte teatro e cinema sono specchio del mondo. Non solo quando raccontano la classe proletaria — dal neorealismo a Ken Loach — ma anche quando rivelano gli eccessi dell’alta borghesia. Alcune storie di cronaca sembrano uscite dallo spettacolo teatrale Posh di Laura Wade, da cui è stato tratto il film The Riot Club. Non c’è solo la presunta storia d’amore giovanile tra l’(ex) Primo Ministro David Cameron e la testa mozzata di un suino nelle intemperanze della gioventù Tory. Né tutto si ferma al Bullingdon Club di Oxford, dove lo stesso premier goliardeggiava da ragazzo con il suo sfidante Boris Johnson e il suo fidato Consigliere dello Scacchiere, George Osborne.

Era il 15 settembre 2015 quando il corpo di Elliott Johnson venne trovato sulle rotaie nei pressi della stazione di Sandy, in Bedfordshire. Il ventunenne, da poco laureato in storia all’Università di Nottingham, era un giovane attivista conservatore. Lavorava come social media manager part-time per il gruppo Conservative Way Forward (CWF), un “ridimensionamento” dopo essere stato licenziato come opinionista politico dalla stessa organizzazione. I genitori rivelarono mesi dopo la sua morte che in passato aveva sofferto di problemi mentali. Gli insegnanti lo ricordano come uno studente precoce, a tratti geniale.

Prima di togliersi la vita, Johnson ha lasciato nella sua stanza tre lettere: una ai genitori, una agli amici ed un’ultima nota, a “bulli e traditori” contenente nomi e cognomi di membri del partito Conservatore e del suo ramo giovanile.

“Sono stato coinvolto in una grave questione politica,” scriveva Elliott. “Sono stato vittima di bullismo da parte di Mark Clarke e tradito da Andre Walker.” Clarke è una figura di spicco tra i giovani del partito. Organizzò RoadTrip2015, una campagna che prima delle elezioni generali di maggio 2015 portò giovani volontari in giro per il Regno Unito su un autobus a volantinare per i Conservatori. Walker sarebbe invece l’anello di congiunzione tra i due, un amico comune, anch’egli attivista giovanile.

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Lord Coe, Boris Johnson e David Cameron al World Economic Forum / Wikimedia Commons

Il giorno del suicidio di Elliott Johnson, Paul Abbott, direttore di CWF, ricevette una lettera da parte dello stesso Johnson. All’interno, una chiavetta USB con una registrazione. Nell’audio, le minacce di Clarke a Johnson di “schiacciarlo come una formica” durante una festa di compleanno. La ragione più probabile è da cercare nel passaggio di Johnson da RoadTrip2015 a CWF e negli attriti tra le due correnti del movimento giovanile. Elliott non si fece intimorire e scrisse una lettera ufficiale al Partito Conservatore, raccontando l’accaduto e denunciando il comportamento di Clarke. La reazione alla missiva fu il licenziamento da parte di CWF, che nega fosse questa la ragione reale del ridimensionamento.

In un incontro successivo Johnson chiese a Clarke di porgergli le sue scuse, cui seguirono altre minacce, rincarate da Walker.

Solo in seguito al suicidio i Tories hanno avviato azioni disciplinari. Alcuni attivisti, tra cui Clarke, sono stati estromessi dalla Conferenza Nazionale, tuttavia il partito sul tema ha avuto una posizione ambigua. Emma Pidding, co-organizzatrice di RoadTrip2015, menzionata secondo alcuni leak nelle accuse rivolte a Clarke, è stata nominata alla Camera dei Lord, ricevendo poche congratulazioni dal movimento giovanile in cui era particolarmente attiva.

Il suicidio di Johnson ha scoperchiato un vespaio di accuse verso Clarke.

India Brummitt, assistente della Deputata Claire Perry, sarebbe stata costretta a lasciare l’incarico dopo la notizia di un rapporto sessuale su un tavolo da biliardo con Clarke, ultimo atto di una lunga relazione clandestina e non troppo segreta. L’uomo è sposato e con figli.

Molti attivisti di RoadTrip2015 accusano l’organizzatore di riferimenti sessuali espliciti indesiderati, altri che questi li minacciasse di rivelare i loro affairs o l’uso illegale di droghe per ricattarli politicamente. Un giovane lo ha imputato di averlo ingannato, preconfezionando un video di una ragazza francese utilizzato durante una chat intima su Skype, per poi screditarlo pubblicando il video su Facebook.

Clarke, all’epoca vicino al gotha del partito, dopo le accuse è stato espulso a vita, pur trincerandosi dietro un “no comment.” Sayeeda Warsi, ex segretaria dei Conservatori, ha negato di avere organizzato alcuna iniziativa con lui, anzi “era una persona non gradita,” ha commentato, “sapevamo che avrebbe combinato qualche disastro.” Non a caso Clarke è finito nei guai anche per i rimborsi spese di RoadTrip2015, che avrebbero superato il tetto massimo di £ 15.000 per ogni candidato.

Le indagini si sono chiuse con il diniego da parte del medico legale di considerare le accuse di bullismo, mentre i genitori di Elliott rigettano la tesi delle “vulnerabilità pregresse” del giovane.

I Conservatori hanno cacciato Clarke, il ritratto peggiore di una politica machiavellica fatta di minacce e dossieraggi, ma non sono riusciti a garantire piena trasparenza nella gestione della vicenda da parte del partito. Una brutta storia, a dimostrare che la spregiudicatezza non è caratteristica esclusiva dei politici navigati.