Il secondo turno delle primarie del Partito Socialista francese si è concluso con la vittoria di Benoît Hamon, con una percentuale che sfiora il 60%, e un’affluenza superiore del 23% rispetto al primo turno.
Gli ultimi dissidenti dicono che il Movimento non è più lo stesso, ma in realtà la struttura portante del partito di Grillo non è mai cambiata.
I miliardari statunitensi sono in preda al panico da fine del mondo, e non hanno tutti i torti. Ma la salvezza non è alla portata di tutti.
L’annuncio del nuovo progetto di Facebook per assistere il giornalismo online è tanto necessario quanto, per ora, fumoso.
Per la seconda volta in un mese un concerto di Bello Figo viene annullato per le minacce ricevute dagli organizzatori. Ma il rapper riceve insulti razzisti e minacce in continuazione.
Le prime ricostruzioni della fuga di Anis Amri lasciano perplessi, ipotizzando un viaggio che praticamente è un Interrail. Le indagini continuano, ma intanto le destre ringraziano.
Duterte nelle Filippine come Trump negli Stati Uniti — la stampa discute da mesi se debbano essere presi seriamente, letteralmente o entrambe le cose. Ma il problema sta nel rapporto tra le parole e i fatti.
Forse il problema non è tanto la post-verità, né la realtà che ha smesso di avere senso: il problema è che leggiamo troppe notizie, e dovremmo smettere.
Dal salario minimo garantito ai robot, la guerra del mercato del lavoro USA si combatte nei fast food
