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Tutti conoscono, almeno per sentito dire o per esperienza diretta, il Terzo principio di Newton, detto anche di Azione e Reazione: se spingiamo contro un muro, il muro oppone una forza uguale e contraria. È una legge universale che nella pratica si traduce in vari modi. Quando un fisico viene incaricato di progettare un razzo da mandare sulla Luna, ad esempio, sa che nel razzo ci dovrà stare un sacco di carburante per riuscire a sottrarsi alla forza contraria rappresentata dalla gravità, che vuole riportare il razzo a terra.

Da oggi questo assunto non è più così scontato. Durante alcuni esperimenti condotti dalla NASA è emerso un dato particolarissimo: un motore a spinta elettromagnetica, una tecnologia innovativa sulla quale si specula molto tempo, non rispetterebbe il Terzo Principio di Newton. La notizia, come si legge su Science Alert, è stata divulgata dalla NASA in un paper dopo lunghe verifiche sperimentali — la notizia ha dell’inverosimile e dunque si è preferito andare coi piedi di piombo.

Il motore a spinta elettromagnetica che sembrerebbe essere andato oltre le leggi conosciute della fisica è in sostanza un cono metallico con dentro del vuoto in cui le microonde rimbalzano avanti e indietro per generare spinta. Però non funziona come, ad esempio, un motore a reazione, che butta fuori aria da dietro per andare avanti: semplicemente, quello che accade nel vuoto con le microonde genera spinta. Il motore finora non genera una spinta fortissima rispetto ad altre tecnologie più tradizionali, ma gli esperti assicurano che con un po’ di messa a punto potrà farlo.

Come accada tutto questo non è ben chiaro nemmeno agli inventori del dispositivo.

È stata chiamata in causa la Teoria dell’onda pilota, un modello di fisica quantistica che nega supposizioni finora assodate come il Principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale una particella non ha una propria posizione finché non la si osserva: per la Teoria dell’onda pilota una particella la propria posizione ce l’ha anche se non arriva nessuno a disturbarla, e il suo movimento è predicibile in quanto segue – appunto – un’onda pilota. Questa teoria è stata finora snobbata dalla maggior parte del mondo accademico, ma potrebbe rivelarsi almeno in parte corretta. Gli sviluppatori si sono comunque spinti ad alcune considerazioni:

“Se il vuoto fosse realmente alterabile e degradabile sarebbe possibile compiere o estrarre lavoro dal vuoto stesso, preservando la legge della conservazione dell’energia.”

In verità, anche la possibilità stessa di costruire un motore a spinta elettromagnetica è stata contestata da molte autorità della fisica teorica. Uno dei primi studiosi a prendere seriamente in considerazione l’idea è stato l’inglese Roger Shawyer, nel 1999. Il motore da lui immaginato sarebbe stato in grado di portare una sonda su Marte in 70 giorni, contro i sei mesi della tecnologia attuale. “Andremo su Marte, ma la cosa più importante di questa tecnologia è quello che farà per la Terra”, aveva dichiarato qualche tempo fa sempre a Science Alert. Soprattutto, secondo Shawyer, le astronavi dotate di questi motori si potranno spingere vicino al Sole con degli appositi pannelli e tornare in brevissimo tempo sulla Terra, fornendo energia rinnovabile.