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Domenica scorsa 16 ottobre, a Malonno, in Val Camonica, si è tenuta la terza edizione del Campionato mondiale di mungitura a mano di vacche: 50 concorrenti sono arrivati da tutto il mondo — dalla Lombardia al Marocco — nel paese dell’attuale campione in carica, Gianmario Ghirardi.

In palio, oltre ad un “Secchio artistico bagnato nell’oro,” un buono da 3500 euro per il vincitore, e di 1500 per il mungitore secondo classificato.

La gara è iniziata alle 10 ed è proseguita per sette batterie, durante le quali ogni prova è stata assiduamente controllata — non solo ogni quantità verificata da una giuria, ma tenendo sempre sotto controllo che gli animali non stessero in nessun modo soffrendo.

A nulla sono valse le mani certamente esperte e callose degli altri partecipanti — Ghirardi non solo si conferma tre volte vincitore, ma batte il suo record: 8,9 litri in due minuti. Il secondo e il terzo posto, invece, strappati dalla bergamasca, da Simone Rossi, di Piazza Brembana, e Roberto Carrara di Serina.

Donne. Si conferma per la terza volta vincitrice anche Sofia Caratti, con un record di 5,6 litri. Al secondo posto la sedicenne di Serina Simona Carrara, al terzo posto Federica Pellegrini — immaginiamo sia un’omonima ma ci piace pensare di no — e Emanuela Paganessi.
La mungitura industriale del latte oggi è meccanizzata, e il futuro va in un’automazione sempre più estrema. In questo scenario, l’unica sopravvivenza possibile per una tradizione che l’industria ormai può percepire solo come un lusso fine a se stesso,  è uno svuotamento totale della sua funzione pratica per venire elevata a forma d’arte agonistica.

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.