L’esercito statunitense ha lanciato un’altra ondata di attacchi contro obiettivi dei militari Houthi in Yemen, colpendo 14 missili che secondo i militari di Washington costituivano “una minaccia imminente.” L’operazione arriva nel contesto degli attacchi avviati la settimana scorsa da Stati Uniti e Regno Unito, a cui si è affiancata mercoledì anche la decisione dell’amministrazione Biden di inserire le milizie Houthi di nuovo nella lista dei gruppi terroristici.
Un portavoce Houthi ha ripetuto che gli attacchi alle navi che si dirigono verso Israele attraverso il mar Rosso continueranno e che la designazione non influirà sulle decisioni del gruppo. Ovviamente, una soluzione semplice per mettere fine alle tensioni regionali c’è: lo ha sottolineato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian da Davos: “Una fine del genocidio a Gaza metterà fine alle azioni militari e alle crisi nella regione.” “La sicurezza del mar Rosso è legata agli sviluppi a Gaza, e tutti soffriranno se i crimini di Israele a Gaza non si fermano.”
Schiacciati tra l’aggressione di Gaza e gli attacchi statunitensi, i tecnici del settore dei grandi trasporti si aspettano che la crisi non sarà breve. Sempre da Davos, Vincent Clerc, l’ad di Maersk — il gruppo danese che si occupa tra le altre cose di trasporto marittimo — ha dichiarato che si aspetta che le difficoltà continueranno “almeno per un po’ di mesi.” “Speriamo sia più breve, ma potrebbe anche essere più lunga, perché è imprevedibile come questa situazione si sta sviluppando.”
Nel frattempo, non è chiaro se la designazione delle milizie Houthi nella lista dei gruppi terroristici avrà un effettivo impatto sulle capacità militari del gruppo — quello che è certo è che avrà un impatto drastico sulla popolazione civile yemenita che vive nelle ampie aree controllate dai ribelli, perché l’inclusione del gruppo nella lista dei terroristi rischia di bloccare la consegna di tutti gli aiuti umanitari. L’amministrazione Biden è ovviamente ben a conoscenza di questo problema — e di quanto sia grave in un paese già colpito da una delle più gravi crisi umanitarie del mondo: fu proprio Biden, nelle prime settimane della propria amministrazione, a cancellare due designazioni terroristiche dai miliziani Houthi che erano state imposte dall’amministrazione Trump. All’epoca Blinken aveva dichiarato che la decisione era a “riconoscimento della situazione umanitaria durissima in Yemen.”
According to MSF’s surgeon in Nasser hospital, last night Israeli forces heavily bombed the area close to the hospital with no prior evacuation order, causing patients and many of the thousands of displaced civilians, who had sought refuge in Nasser, to flee in a panic.
— MSF International (@MSF) January 17, 2024
Continua intanto l’aggressione costante della Striscia: Medici Senza Frontiere ha denunciato che le IDF hanno bombardato la zona dell’ospedale Nasser di Khan Yunis senza preavviso e senza dare ordini di evacuazione. Molti pazienti e tanti degli sfollati che avevano trovato rifugio nelle strutture dell’ospedale sono scappati in preda al panico. Oltre a migliaia di sfollati, l’ospedale al momento sta gestendo il triplo dei pazienti massimi a pieno regime. Nella notte si sono registrati forti bombardamenti anche su Rafah, in cui sono morte 19 persone — tra gli obiettivi c’era anche un’abitazione civile dove viveva una famiglia palestinese — la famiglia al–Zamili. Solo in quell’attacco sono state uccise 16 persone.
Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis
Bombardamenti statunitensi in Yemen. Grab via Twitter @AryJeay
|