Le audizioni di Banca d’Italia, Upb e Istat mettono nero su bianco i rischi della legge di bilancio sul fronte dell’equità sociale e della lotta all’evasione fiscale. Ma il governo non vuole sentire ragioni
Quella di ieri non è stata una giornata piacevole per il governo: a meno di 24 ore dalla “rubrica” propagandistica degli “appunti di Giorgia,” con cui la premier ha provato a difendere i contenuti della legge di bilancio, l’esecutivo è dovuto passare attraverso le forche caudine di tre audizioni parlamentari che non hanno fatto sconti alla manovra finanziaria. Davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato — o almeno davanti ai pochi parlamentari presenti — ci sono state infatti le audizioni preliminari del capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone, della presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio Lilia Cavallari e del presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo.
Le critiche mosse dalla Banca d’Italia sono quelle che hanno fatto più scalpore, suscitando una reazione piuttosto stizzita da parte del governo: critiche che si sono concentrate, in particolare, sull’estensione della “flat tax,” lo smantellamento del Reddito di cittadinanza e l’innalzamento del tetto al contante — in poche parole, i capisaldi della manovra meloniana, tolti gli interventi per fronteggiare il caro bollette. Aumentare la circolazione del contante, secondo Balassone, rischia di incentivare l’evasione fiscale e l’economia criminale, mentre la flat tax “restringe ulteriormente l’ambito di applicazione della progressività nel nostro sistema” fiscale. Il Rdc, anche se “non privo di aspetti critici,” viene riconosciuto invece come “una tappa significativa nell’ammodernamento del nostro sistema di welfare,” e ridurlo rischia di colpire “anche nuclei familiari difficilmente in grado di trovare una fonte di reddito alternativa sul mercato del lavoro.”
Anche l’Ufficio parlamentare di bilancio ha mosso alcune critiche al testo della manovra, sottolineando la presenza di “alcune misure le cui quantificazioni risultano piuttosto incerte” — come la “flat tax incrementale” per i lavoratori autonomi. La riduzione del Reddito di cittadinanza “sarebbe stata più opportuna contestualmente all’introduzione di un nuovo strumento,” l’estensione della flat tax “pone problemi di equità all’interno della stessa categoria dei lavoratori autonomi,” mentre l’innalzamento del tetto al contante, come sostenuto dalla Banca d’Italia, indebolisce la lotta all’evasione. Secondo le stime dell’Upb, il 38,5% dei nuclei che oggi ricevono il RdC potrebbero perderlo da agosto 2023.
Il presidente dell’Istat ha sottolineato invece la disuguaglianza dell’intervento sulle pensioni, che “mostra una quota del beneficio più elevata per i redditi più alti,” nonostante l’incremento delle pensioni minime, e ha rincarato la dose sui rischi sociali connessi alla riduzione del Rdc, che colpirà circa 846 mila individui.
Il governo in sindrome da “accerchiamento”
Le critiche hanno fatto andare su tutte le furie il governo, in piena sindrome da “accerchiamento”: Tajani ha sminuito l’audizione della Banca d’Italia dicendo che si tratta solo “dell’opinione di un dirigente,” mentre secondo il sottosegretario Fazzolari — considerato “braccio destro” di Giorgia Meloni — Bankitalia critica l’uso del contante perché “è partecipata da banche private.” Diversi esponenti di FdI — come lo stesso Fazzolari — continuano a difendere l’innalzamento della soglia del contante ripetendo che “è l’unica moneta con corso legale,” mentre la moneta elettronica “è privata” — suggerendo, falsamente, che i pagamenti elettronici siano in qualche modo “meno legittimi” di quelli in contante.
Scontata presa di posizione di Bankitalia contro la liberalizzazione del #Pos: la moneta elettronica è una moneta privata che rappresenta un enorme giro d’affari le banche. É quindi ovvio che Bankitalia, entità partecipata dalle stesse banche, la sostenga.
— Francesco Filini (@FrancescoFilini) December 5, 2022
In seguito, Palazzo Chigi ha dovuto abbassare i toni, precisando di non aver mai messo in discussione l’autonomia della Banca d’Italia, ma secondo alcuni retroscena la stessa Meloni sarebbe “stufa” delle critiche alla manovra.
In copertina: il sottosegretario Giovan Battista Fazzolari, foto NC-SA 3.0 IT Palazzo Chigi.
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