L’Italia allestirà un ospedale in Libia, vicino a Misurata, accogliendo la richiesta del governo libico di Tripoli, sostenuto dalle Nazioni Unite. Sarà inviato un contingente di 200 militari — paracadutisti della Folgore — a sorvegliare il personale sanitario, che sarà composto di 100 membri tra dottori e infermieri. Secondo quanto una fonte ha riferito all’agenzia di stampa Reuters, l’ospedale sarà situato “in una zona che dovrebbe essere sicura, ma non troppo lontana dalla linea del fronte,” nell’area dell’aeroporto della città.
Anche se è noto che personale italiano sia già presente in Libia, questa è la prima volta che militari occidentali mettono ufficialmente piede sul suolo del Paese, anche se per scopi umanitari. Al momento, non è noto quando la struttura comincerà la propria attività. Ulteriori dettagli sono attesi in giornata, quando i ministri Pinotti e Gentiloni riferiranno della questione in Parlamento. La notizia dell’apertura dell’ospedale era stata anticipata ieri da Repubblica, causando le proteste di parte dell’opposizione.
Nel frattempo, la guerra in Libia continua: anche se la presenza dello Stato Islamico — che comunque non è mai stata davvero importante — è stata notevolmente ridimensionata dai continui attacchi alla sua roccaforte Sirte da parte del Governo di Tripoli, recentemente si sono verificati scontri tra il Governo di Tripoli stesso e le truppe del generale Haftar, stanziate attorno a Bengasi.
Haftar — a capo del governo di Tobruk — ha infatti lanciato domenica mattina un’offensiva per la riconquista della “Mezzaluna fertile,” che nella geografia libica indica i quattro porti petroliferi di Zuetina, Brega, Sidra e Ras Lanouf, che insieme rappresentano più della metà della produzione petrolifera del Paese. “L’attacco ai terminal petroliferi contrasta con il processo di riconciliazione nazionale e fa cadere le speranze dei libici nella realizzazione della stabilità,” ha dichiarato in seguito all’attacco il Consiglio di presidenza del governo di accordo nazionale libico, mentre il generale Serraj — a capo del governo di Tripoli — ha annunciato una controffensiva.