Il Filmmaker International Film Festival, che si svolgerà quest’anno dal primo al 10 dicembre, è un evento imperdibile per tutti gli amanti del cinema.
Filmmaker fa parte di Milano Film Network, una rete che unisce sette festival di cinema milanesi per garantire ai cittadini un’offerta culturale varia e ampia.
Nata nel 1980, la manifestazione racchiude forse la proposta cinematografica più interessante di Milano. Infatti la parola d’ordine, nonché discriminante del programma, è proprio novità. Nuove forme cinematografiche, nuovi autori, nuove relazioni con il pubblico — per una settima arte di larghe vedute, che si allontana da quelli che sono i canoni del cinema contemporaneo.
Conscio degli ostacoli di chi affronta la lavorazione di un film indipendente, la peculiarità del festival è il suo porsi come un laboratorio aperto, volto a sostenere autori emergenti e opere sperimentali.
Ma attenzione; se a Cannes, a Venezia o al più vicino Milano Film Festival si può anche fruire di film più mainstream, Filmmaker non è un festival per tutti: è una rassegna spregiudicata, per un pubblico curioso e affamato di novità.
La manifestazione ha luogo in tre sedi all’interno del quartiere di Porta Venezia; lo Spazio Oberdan, l’Arcobaleno Film Center e la new entry di quest’anno, la Casa del Pane (uno dei due caselli daziari di Porta Venezia).
Anche quest’anno il programma è vasto e si spalma su dieci giorni. Dalla mattina alla sera, in settimana e nel week-end. Non ci sono scuse per non assistere ad almeno un paio di proiezioni. E il periodo di dicembre è ideale; fuori fa un freddo becco e stare chiusi in una sala cinematografica è una delle cose belle dell’inverno.
Come in tanti festival, l’aspetto più interessante è la possibilità di vedere opere in anteprima o che spesso non saranno distribuite nei cinema. E, soprattutto, l’occasione di avere un confronto diretto con gli autori, quasi sempre presenti in sala, a cui anche il pubblico è libero di fare domande.
Il Concorso internazionale propone quest’anno 11 film, senza distinzioni tra giovani autori o nomi ormai noti. In tempi come questi, che possono considerarsi “d’emergenza,” la sezione ha assunto un respiro politico, sostenendo l’urgenza di raccontare quella che è la realtà di oggi, di raccogliere quanto di testimoniale c’è in un film.
Il concorso Prospettive dà voce a ciò che si agita nel cinema italiano contemporaneo, con una selezione di talenti under 35.
La retrospettiva di quest’anno è dedicata ad Alberto Grifi, a dieci anni dalla scomparsa. Regista romano, è considerato tra i massimi esponenti del cinema sperimentale italiano.
“Dedicare una retrospettiva ad Alberto Grifi non è soltanto il tributare il doveroso omaggio a un maestro. La scommessa è piuttosto cercare di consolidare una relazione tra i suoi lavori e le tracce vive e presenti della sua lezione nel lavoro dei filmmaker delle nuove generazioni.” ha dichiarato Luca Mosso, direttore del festival.
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