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Per l’uscita della terza stagione di The Man in the High Castle, Amazon ha aperto una web radio per simulare programmi radiofonici d’epoca creati dalla resistenza in un’America occupata da giapponesi e nazisti — il risultato è Resistance Radio.

Non è la prima volta che Amazon adotta strategie pubblicitarie poco convenzionali per sponsorizzare le produzioni della sua costola audiovisiva Amazon Studios. Sempre per la serie tv basata sul romanzo di Philip K. Dick, il colosso dell’e-commerce aveva deciso di rappresentare la Statua della Libertà intenta in un saluto romano. L’effetto ha lasciato il segno. Così come il tentativo di riportare ad uno stato distopico la metropolitana di New York e i suoi treni.

Con Resistance Radio però Amazon affina i suoi mezzi e opta per un approccio nei confronti del suo pubblico più riflessivo e meno di pancia, proponendo un contenuto articolato invece che una sterile pubblicità. Attraverso quattro ore di trasmissioni pre-registrate, l’esperienza narrativa permette infatti a chi si sintonizza di entrare in contatto con una stazione radio pirata della resistenza americana, intenta a combattere la propaganda nazista e le fake news delle truppe occupanti. Ad accompagnare l’ascolto sono Miss Evangeline, Bob Montez e Jake Rumiel, ultime voci libere di un’America spaccata in due dall’invasione di Giappone e Germania — i loro programmi rispecchiano in maniera ipnotica gli stilemi dell’intrattenimento dell’epoca, dalla rassegna stampa agli sketch comici.

Il vantaggio di avere alle spalle un colosso come Amazon risiede nella possibilità di espandere nei minimi dettagli la propria campagna pubblicitaria, senza lasciare nulla al caso. Ecco dunque che all’interno della programmazione di Resistance Radio viene lasciato ampio spazio alla selezione musicale, affidata a Sam Cohen and Brian Burton, quest’ultimo meglio conosciuto con il nome d’arte di Danger Mouse. Al duo è stato chiesto di produrre 18 canzoni che rispecchiassero le atmosfere del 1962 – anno in cui è ambientata la storia del romanzo e della serie tv – ma interpretate da artisti moderni. I due produttori hanno chiesto ad artisti come Sharon Van Etten, Beck, Norah Jones e molti altri di confrontarsi con classici dei sixties come “The End of the World” e “The House of the Rising Sun”.

“Mi piace un tipo di musica più triste e scura, ma questo era il 1962 e allora c’era musica molto più allegra. Volevo dirigermi verso il suo lato più cupo e, basandomi sul soggetto della serie, ha funzionato. Siamo riusciti a farlo perchè quelli erano tempi bui, questa è resistance radio, una trasmissione pirata, ed è questo che ci ha aiutato a scegliere i brani più adatti” ha affermato Burton durante un’intervista nel podcast All Songs Considered.

Amazon alza l’asticella del marketing per l’intrattenimento online, incorporando contenuto a contenuto e creando una narrazione che va oltre il minutaggio dei singoli episodi. Una scelta coraggiosa che dimostra la maturazione di un player tutto sommato giovane nel campo dello streaming. La scelta di uno strumento così definito come la radio, faro per ogni resistenza in tempo di guerre e crisi socio-politiche, è un chiaro invito a esplorare il passato alla ricerca di strumenti necessari per affrontare la voragine comunicativa di oggi.

L’evidente strizzata d’occhio contro la presidenza Trump di Resistance Radio ha immediatamente scatenato i twittomani dell’alt-right, i quali si sono sentiti in dovere di ringhiare contro la resistenza (pubblicitaria) — come sempre in maniera stupida, caotica e confusa.

Per usare le parole di Skeeter Davis, don’t they know it’s the end of the world?