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Da Draghi Poppins all’accusa di “ingrassare solo le banche,” sul blog del leader del Movimento 5 Stelle non sono state risparmiate parole pesanti contro il premier incaricato

Oggi potrebbe essere la giornata decisiva per il primo giro di consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi. I riflettori sono puntati in particolare sulla delegazione del M5S, che incontrerà l’ex presidente della Bce capitanata da Beppe Grillo in persona, in qualità di “garante” del Movimento. Negli ultimi tempi, Grillo ha mantenuto un ruolo più defilato nelle dinamiche del partito, assumendo spesso anche posizioni che non si ritrovano nella sua linea ufficiale, come quando a marzo ha sostenuto la necessità di un reddito di base universale. Nei momenti di crisi, però, l’ex comico genovese torna a spendere il peso della propria autorità e del proprio carisma per impedire che le tensioni interne lacerino irrimediabilmente il Movimento.

E questo è uno di quei momenti: il Movimento 5 Stelle si trova nella situazione imbarazzante di dover sostenere un governo che non solo nasce dalle ceneri di un gioco di palazzo, guidato dall’odiato Renzi, che ha fatto saltare per aria la loro creatura più riuscita e popolare – Giuseppe Conte – a cui fino a pochi giorni fa giuravano assoluta fedeltà, ma sarà anche guidato dall’ex presidente della Bce, l’uomo che per certi versi rappresenta tutto ciò contro cui il Movimento ha lottato negli anni: l’austerity, l’euro, lo strapotere delle banche.

Il sostegno all’esecutivo Draghi può arrivare quindi solo al prezzo di un’ennesima faticosa, e costosa, giravolta. Da quando Vito Crimi ha dichiarato la contrarietà del Movimento, subito dopo il conferimento dell’incarico a Draghi da parte di Mattarella, sembrano già passati secoli: ora la linea ufficiale è molto più attendista e aperturista. C’è chi parla di disponibilità al dialogo e chi, come Di Maio, di “maturità”: ogni giorno che passa le posizioni più estreme — rappresentate da Alessandro Di Battista, e da altri esponenti di punta come Nicola Morra — vengono sospinte ai margini, in nome di un trasformismo disinvolto che, ormai dal 2018, è entrato a far parte della natura stessa del M5S.

È in questo contesto che Beppe Grillo arriva a Roma per incontrare Draghi. Ieri tra i due ci sarebbe stata anche una telefonata esplorativa e secondo le indiscrezioni il leader de facto del Movimento cercherà di spingere verso il sostegno al nuovo esecutivo, ponendo alcuni paletti: mantenere il Reddito di cittadinanza e rifiutare il Mes. Di certo, è definitivamente tramontata l’epoca delle consultazioni in streaming: la riunione preliminare dei vertici del M5S, a cui prenderà parte anche Giuseppe Conte, si svolgerà rigorosamente in presenza e addirittura senza telefoni cellulari a portata di mano, secondo la richiesta arrivata da Beppe Grillo in persona. 

Forse Grillo ha paura che qualcuno usi lo smartphone per ricordargli alcune delle cose che nel corso degli anni ha scritto sul proprio blog a proposito di Mario Draghi. Abbiamo provato a selezionare alcune delle più belle:

Draghi Poppins

Questa è, giustamente, la più celebre. Siamo nel 2014, la delegazione europea del M5S pubblica un intervento, ripreso dal Blog di Grillo, per commentare il nuovo taglio dei tassi di interesse deciso dalla Bce. “La Bce ha tagliato i tassi allo 0,05%, un nuovo minimo storico. Questo è il settimo taglio consecutivo. Qualcuno si è accorto degli altri sei? Hanno cambiato in meglio la nostra vita? Mario Draghi è una Mary Poppins un po’ suonata che tira fuori dalla sua borsetta sempre le stesse ricette.” Ma dopotutto, conclude il post, non è colpa sua: la Bce non può osare e “non gli resta che perseverare nell’errore,” perché i trattati europei non permettono diversamente.

Draghi ingrassa solo le banche

Altro post dei portavoce europei del M5S, ripreso dal Blog, sempre nel 2014. I pentastellati mostrano di non essere facilmente sedotti da bazooka, whatever it takes e altre amenità, e commentano le operazioni della Bce dicendo che a beneficiarne saranno soltanto le banche private. “Chiederemo ora a Draghi se ritiene giusto continuare a prestare soldi a tassi dello 0,15% alle banche private per ingrassare le tasche dei top manager e dei loro azionisti mentre cittadini e imprese in difficoltà devono morire, affidarsi agli strozzini o, quando sono fortunati, pagare tassi di interesse molto più alti.” Chissà se glielo chiederanno anche nel corso delle consultazioni di oggi?

Draghi mago Silvan

Facciamo un salto indietro di un anno: siamo nel 2013, e stavolta a parlare è lo stesso Beppe Grillo, che spende parole di fuoco contro i “giochi di prestigio” del presidente della Bce per tenere in vita “l’Italia e le sue banche.” Anche in questo caso l’accusa è quella di favorire il sistema bancario, senza ripercussioni concrete sull’economia reale. “Due anni dopo ci ritroviamo un sistema bancario che prende liquidità da Draghi (e non dalle altre banche) per impiegarla in BTP (e non nell’economia reale), creando un circolo perverso.” Che Draghi fosse “un bluff,” d’altronde, era stato detto a chiare lettere già in un blog post del 2011.

Alla faccia dell’austerity

Nel luglio 2015 appare sul Blog una segnalazione che sottolinea lo stipendio di Mario Draghi, fan dell’austerity ma con un emolumento che stacca di oltre 200 mila dollari quello del suo omologo della Federal Reserve, a cui si aggiunge la pensione della Banca d’Italia. 

L’ucronia di Draghi

In anticipo sui tempi, nel 2010 Beppe Grillo prevedeva, un po’ per scherzo, un po’ evidentemente prefigurandosi il governo Monti, che il presidente della repubblica avrebbe assegnato a Draghi il mandato dopo la caduta di Berlusconi. Queste le conseguenze: “Cresce la disoccupazione alimentata dalla fine della cassa integrazione per decine di migliaia di lavoratori […] Draghi nel suo primo discorso in Parlamento da presidente del Consiglio, dopo aver ottenuto una fiducia bipartisan, annuncia che i sacrifici sono inderogabili e che l’Italia è sull’orlo del baratro economico.” Nel giro di pochi mesi, per scongiurare l’uscita dall’euro, Draghi vara un prelievo forzoso dai conti correnti, mette un tetto alle pensioni, innalza l’età pensionabile, impone una tassa patrimoniale, e chi più ne ha più ne metta.

La lettera di Draghi e Trichet

Grande rimosso della crisi del 2011, questo vecchio post dell’agosto di quell’anno dovrebbe essere riletto anche da Berlusconi e dalla delegazione di Forza Italia, che ieri ha steso il tappeto rosso a Draghi dopo aver denunciato per vari anni il “golpe” che aveva portato al governo Monti. “La colpa è tutta della lettera della Bce inviata dal presidente Jean Claude Trichet e da Mario Draghi al governo italiano. Misure mai prese in 150 anni di Storia italiana sono state decretate in 48 ore per una missiva di cui ufficialmente non si sa nulla,” riassume Grillo. 

L’uomo giusto al posto giusto

“Draghi continua a fare alla Bce quello che ha fatto in Italia al tempo delle privatizzazioni bancarie che sono divenute il veicolo delle speculazioni successive della Goldman Sachs e Co. Ha coperto la crisi del 2008 come Governatore della Banca d’Italia scaricandone i costi sui risparmiatori e i cittadini. Oggi ripete l’esercizio alla Bce. L’uomo giusto al posto giusto.” A parlare questa volta è l’economista Bruno Amoroso, in un’intervista ripubblicata sul Blog di Grillo e significativamente intitolata “Figli di Troika.” 

Chi c’era? Draghi

“Chi c’era in Via Nazionale a dare OK all’operazione Antonveneta? Draghi. E chi c’era quando venivano firmati gli accordi sui derivati Alexandria e Santorini che enormi perdite hanno generato? Draghi. E chi ha disegnato gli stress test della Bce per far emergere in particolare i problemi di Siena e forzare un aumento di capitale necessario a ripianare le perdite? Draghi. Chi continua ad insistere che la banca vada ora ceduta perché’ nonostante tutto non è ancora sistemata? Draghi. E allora uno si chiede cosa altro deve fare un governatore di sbagliato nel vigilare se tutto ciò non basta ad individuare nella Banca d’Italia e nella Bce i principali responsabili (oltre che nei governi che si sono succeduti) del trascinamento del problema senese,” scrive Grillo nel 2015 a proposito del Monte dei Paschi di Siena. Cos’altro deve fare un governatore di sbagliato? Possiamo provare a rispondere noi: può diventare presidente del Consiglio, e incassare l’appoggio del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.  

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