Da Kamala Harris a Stacey Abrams: le donne da tenere d’occhio nella nuova politica americana
Un nuovo movimento femminista sta attraversando il partito democratico statunitense, ma non è tutto empowerment quel che luccica. Ne parliamo nell’ultima puntata di Chiamando Eva
Un nuovo movimento femminista sta attraversando il partito democratico statunitense, ma non è tutto empowerment quel che luccica. Ne parliamo nell’ultima puntata di Chiamando Eva
A poche ore dall’attesissimo insediamento di Joe Biden — e dall’ancora più attesa performance di Lady Gaga — è ormai indubbio che quest’ultimo anno ci abbia fatto conoscere meglio diverse voci femminili della politica americana, a partire da Kamala Harris, prima vicepresidente donna e prima vicepresidente afroamericana e prima vicepresidente asioamericana.
Kamala nasce a Oakland da una donna indoamericana del Chennai e da un uomo di origine giamaicana. Si forma prima alla Howard University e poi alla Hastings College of Law di San Francisco e arriva sulla mappa nazionale nel 2003, quando viene eletta procuratrice distrettuale di San Francisco. Da quel momento inizia una carriera brillante, che la porta ad essere poi procuratrice generale della California, nel 2010, e nel 2014, e poi in Senato nel 2016. L’anno scorso è stata protagonista di una campagna per le primarie che ha avuto molto poco successo, ma il suo profilo, le ha garantito il “ripescaggio” come vice di Biden.
Ma la “donna dei tre primati” porta con sé diversi tratti controversi: femminista e concentrata sull’empowerment femminile (come ha sottolineato anche nel suo discorso post elezione), nel suo passato da procuratrice ha mantenuto una linea estremamente lassista verso le forze di polizia ed è nota anche per le sue proposte di legge draconiane — come la perseguibilità penale dei genitori dei figli che marinano la scuola.
Ma in una realtà come quella statunitense, dove posizioni come quelle di Alexandra Ocasio Cortez sono considerate estreme, cosa possiamo aspettarci dall’elezione di Kamala Harris come vicepresidente? E quanto il femminismo ha influito e influirà su quelle che saranno le sue possibili mosse politiche?
In questa puntata Elena e Francesca fanno una chiacchierata con Bianca Giacobone, vecchia conoscenza di Chiamando Eva, giornalista e newyorkese di adozione.
Linkini
- Articolo di Pardis Mahdavi su Zócalo Public Square, sul movimento femminista che ha permesso l’elezione di Kamala Harris
- Sul passato di Kamala Harris come prosecutor, un approfondimento
- Kamala is a cop
- La riflessione di Reginald Dwayne Betts
- Cose che ci fanno volare: la questione Vogue
- I prossimi anni saranno una vera e propria battaglia per i diritti delle donne nel Congresso: ad esempio, stanno arrivando un sacco di donne contro l’aborto nelle file dei repubblicani
- Friendly reminder: questa ondata arriva dopo un anno che è stato chiave nella battaglia retrograda di tantissimi stati contro il diritto all’interruzione di gravidanza
- Cose positive di Nancy Pelosi: è per la difesa e l’aumento dello stipendio minimo legale, è a favore di azione progressista — ma non radicale — contro il cambiamento climatico: “‘The existential threat of our time’: Pelosi elevates climate change on Day One”; È a favore dell’aborto e dell’uso di contraccettivi ma una volta per spiegare perché era a favore ha detto «almeno così la gente non faceva figli se non li vogliono — che poi sono cari da mantenere per lo stato»
- Cose non positive di Nancy Pelosi: Lo spionaggio di massa ops; non si è mai opposta agli interrogatori con torture e waterboarding e Tifava Israele nella guerra del 2014, ma almeno è contro i piani di annessione israeliani
- Però la questione dell’outfit per l’impeachment ci ha fatto volare, grazie Nancy
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