Perché in Italia le donne non sono ancora libere di abortire

Benvenut* a Chiamando Eva, una conversazione quindicinale su donne, femminismo e la vita.

Perché in Italia le donne non sono ancora libere di abortire

Benvenut* a Chiamando Eva, una conversazione quindicinale su donne, femminismo e la vita.

In occasione dello storico referendum del 25 maggio, grazie al quale l’Irlanda ha abrogato una delle leggi contro l’aborto più severe del mondo, e dei 40 anni della legge 194 in Italia, celebrati il 22 maggio, a Chiamando Eva si parla di interruzione di gravidanza, obiezione di coscienza e dei manifesti pro vita di pessimo gusto apparsi a Roma nello scorso mese.

Nonostante in Italia l’aborto sia legale dal 1978, il numero di medici obiettori di coscienza è vertiginosamente alto, e abortire non è facile come dovrebbe essere. Non si tratta di essere a favore o contro l’interruzione di gravidanza, ma del diritto umano fondamentale che una donna dovrebbe avere di prendere decisioni sul proprio corpo.

Show notes

“Grandma,” grazioso film su una nonna rock’n’roll che cerca di aiutare la giovane nipote ad abortire negli Stati Uniti

Sul referendum in Irlanda:
L’Irlanda ha votato a favore dell’aborto (il Post)
Irish anti-abortion campaigners dodge Google’s ad ban (the Guardian)
How Savita Halappanavar’s Death Spurred Ireland’s Abortion Rights Campaign (the New York Times)
Fact check: Will abortion be legalised up to the sixth month of pregnancy? (the Irish Times)

L’aborto in Italia:
Ho abortito e sto bene. Perché all’aborto si associano sempre sofferenze e colpa? (Wired)

Perché gli obiettori obiettano?

I brutti poster contro l’aborto (il Fatto Quotidiano)

La pillola abortiva in Italia (Vice)

Women on Web

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Ai microfoni Bianca Giacobone (New York) e Francesca Motta (Milano).
Prodotto da Francesca Motta e Bianca Giacobone
Supporto tecnico a cura di Marco Ferrè

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