452069422_896613365839277_8351449782957824397_n
foto via Facebook / CGIL

Obiettivo raggiunto: nelle prossime ore ci saranno le 500 mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata. Lo ha annunciato il segretario Cgil Landini, confermando che oltre alle 350 mila firme raccolte online dai banchetti organizzati dalla rete in sostegno al referendum ne arriveranno altre 100 mila: “Siamo sulla strada giusta per raccogliere il giusto numero di firme, anche superiore a quelle che servono, proprio per dare il senso di una legge sbagliata.” La piattaforma online del ministero della Giustizia — dove al momento le firme raccolte sono più di 373 mila — è stata chiave per raggiungere l’obiettivo in tempi rapidissimi, e nonostante l’ondata di caldo: lo rivendica anche Riccardo Magi, autore dell’emendamento che ha istituito la piattaforma: “C’è anche un dato che il governo non dovrebbe sottovalutare. Gli italiani stanno firmando di giorno e di notte, a casa, in spiaggia, in piscina e in montagna, per dire no a questa autonomia differenziata che non ha consenso nemmeno dentro il governo.” Secondo i primi dati del Viminale, citati dal manifesto, una parte molto rilevante di queste firme arriva dal sud Italia — in particolare dalla Campania, che è la regione da cui arrivano più firme. Al secondo posto c’è il Lazio, e al terzo posto c’è la Lombardia — un dato politico particolarmente interessante.

Le forze dell’opposizione hanno celebrato il successo — Schlein promette che “non ci fermeremo qui”: “Siamo riusciti ad unire un largo schieramento che ha visto insieme partiti, forze sociali ed associazioni che si sono mobilitati e organizzati contro una legge che spacca l’Italia. Si tratta di un risultato politico importante e non scontato.” Secondo Conte si tratta di un “segnale potentissimo,” “una grande ondata di partecipazione.” Fratoianni parla di “straordinario afflusso,” mentre Bonelli di “fortissima volontà popolare” per fermare la riforma. Secondo molti l’obiettivo ora è di arrivare al milione di firme.

Dopo la verifica della validità delle firme, il quesito verrà trasmesso alla Corte costituzionale, che dovrà verificarne l’ammissibilità. Nelle scorse settimane si è discusso fittamente sul rischio che la Consulta fermi il referendum — le preoccupazioni sono riguardo il collegamento della riforma Calderoli con la legge di Bilancio, e l’interpretazione che si tratti di una riforma “costituzionalmente necessaria.” Gaetano Azzariti sul manifesto e Maurizio meschino e Alessandro Palanza su NT+ Enti Locali & Edilizia hanno spiegato perché chi già ha emesso il verdetto dovrebbe essere più cauto, e che ci sono buoni motivi per pensare che la Consulta darà il proprio via libera.


Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.