La fase 2 di Milano passa dalle zone 30
Il Comune di Milano ha varato “Milano 2020,” un tentativo di fare un passo avanti per la vivibilità della città nonostante la situazione.
Il Comune di Milano ha varato “Milano 2020,” un tentativo di fare un passo avanti per la vivibilità della città nonostante la situazione.
Passare la maggior parte del tempo a guardare se stessi invece che gli altri durante le videochat di gruppo, a quanto pare, è un vizio molto diffuso.
Probabilmente uscito dalla macchina della propaganda di destra per reagire alle inchieste e alle critiche sulla gestione lombarda dell’emergenza, il gruppo conta già 4000 membri ed è pieno di grafiche pacchiane, a metà tra Luca Morisi e la Corea del Nord.
Dall’hashtag #CommissariateLaLombardia a una petizione su Change.org, la richiesta non è più soltanto fantapolitica: ne abbiamo parlato con una delle attiviste di Milano 2030, da cui è partita l’iniziativa.
Dalla poca trasparenza sui dati alle indicazioni confuse sulle mascherine, la regione si sta mostrando completamente inadeguata di fronte alla crisi.
A quasi due mesi dalla diffusione dei contagi nel nostro paese resta ancora senza risposta una domanda fondamentale: perché il nostro paese si è rivelato così impreparato?
Controlli con i droni, multe sempre più salate per chi esce di casa, cartelli minacciosi: il governo e le regioni hanno deciso di scaricare sui comportamenti individuali le responsabilità di un’emergenza gestita in modo disastroso.
Per gli italiani che si trovano all’estero la situazione è particolarmente surreale: da New York a Dublino, nell’ultima puntata di Trappist abbiamo chiesto ad alcuni di loro di raccontarci come sta andando.
Nel 1980 i posti per casi acuti erano 922 ogni 100.000 abitanti, oggi sono 275. Quarant’anni di tagli al sistema sanitario, tra mergermania e blocco del turnover, ci hanno lasciati completamente impreparati all’arrivo del nuovo coronavirus.