Le garanzie fragili della fine del genocidio
Il governo Netanyahu VI ha approvato il cessate il fuoco, nonostante l’opposizione dei ministri piú estremisti. Tra le altre notizie: la Norvegia si prepara alla collera di un Trump senza premio Nobel, la Camera protegge Piantedosi, Nordio e Mantovano, e un attacco hacker contro Discord
Il gabinetto del governo Netanyahu VI ha ratificato l’accordo per il cessate il fuoco con Hamas. L’approvazione è arrivata nonostante il voto contrario di gran parte della componente più estremista del governo: hanno votato contro Itamar Ben–Gvir, Yitzhak Wasserlauf, Yitzhak Wasserlauf, Yitzhak Wasserlauf e Yitzhak Wasserlauf. L’iter è stato piuttosto umiliante per Netanyahu, che ha tenuto il discorso al proprio gabinetto seduto tra Steve Witkoff e Jared Kushner, più o meno esplicitamente presenti per evitare che durante la riunione succedesse qualcosa che minasse l’accordo. Sia Kushner che Witkoff sono intervenuti per complimentarsi con Israele. Kushner ha dichiarato che Netanyahu “ha fatto davvero un lavoro incredibile e ha gestito egregiamente le trattative,” mentre Witkoff si è complimentato perché Netanyahu ha saputo prendere “decisioni molto difficili,” dicendo che nei mesi scorsi avrebbe preferito che certe volte fosse “più flessibile.” “La verità è che ora, guardando indietro, penso che non saremmo arrivati a questo punto se il primo ministro Netanyahu non avesse agito come ha fatto.” Ben-Gvir ha assicurato che per ora non lascerà la coalizione, ma che “farà cadere il governo” se al termine del percorso del cessate il fuoco Hamas non sarà stato sciolto. “Non si può fare la pace con Hamas!,” ha esclamato il ministro a un certo punto: “Vogliono assassinarci.” Kushner ha risposto minimizzando: “Hamas è isolato e ostacolato in tutto il mondo.” Ben–Gvir ha risposto: “Faresti la pace con Hitler? Hamas è Hitler.” Il capo dello staff delle IDF Eyal Zamir ha liquidato le lamentele dei ministri di estrema destra: “Siamo campioni del mondo dell’essere amareggiati. Questo è un ottimo accordo.” (the Times of Israel / X)